Intitolazione liceo di Partinico, iter infinito. Braccio di ferro fra schieramenti politici

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C’è voluto meno tempo a unire l’Italia, con la spedizione dei Mille di Garibaldi, che a cambiare denominazione al liceo Santi Savarino di Partinico. Infatti i primi passi per cambiare l’intitolazione alla scuola partinicese risalgono addirittura al lontano 1977, a 47 anni fa. Nonostante i numerosi tentativi, mai si è però raggiunto l’obiettivo. Due anni fa la questione torno d’attualità con la dirigente scolastica dell’epoca, l’alcamese Enza Vallone, che su iniziativa dei rappresentanti degli studenti propose un referendum per permettere di scegliere fra tre nomi, il personaggio cui sarebbe stato intitolato il liceo. Poi il consiglio d’istituto Il propose all’unanimità l’intitolazione a Peppino e Felicia Impastato. La proposta venne accolta favorevolmente dalla commissione prefettizia che guidava il comune di Partinico e che il 28 Luglio 2022 sottoscrisse l’apposita delibera.

Iter quindi concluso? Ma quando mai. Infatti la nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Rao rimise tutto in discussione, sostenendo un palese dissenso sul cambio del nome del liceo a favore dell’attivista di democrazia proletaria, Peppino Impastato, ucciso a Cinisi dalla mafia nel 1978. In questi giorni il consiglio d’istituto è ritornato alla carica approvando con diversi voti favorevoli, 4 contrari e pochi astenuti la delibera che cambierà il nome all’attuale liceo ‘Santi Savarino’. La questione quindi ritorna al punto di partenza e si attendono le decisioni del comune di Partinico. Una storia infinita che poi, alla base, ha sempre la netta contrapposizione fra schieramenti politici, quello di sinistra e quello di destra. Peppino Impastato, infatti, seppur vittime di mafia, era un alfiere della lotta proletaria e un considerato esponente della sinistra più marcata. Santi Savarino, invece, giornalista e storico, commediografo, senatore e cultore della lingua siciliana, rappresenta gli ideali della destra e viene messo alla berlina dallo schieramento opposto in quanto facente parte dell’elenco, assieme a quella di 180  scienziati e 140 politici, intellettuali, scrittori e giornalisti che aderivano alla campagna razziale dell’epoca fascista.