Il ritorno dalla Cina. Dalila presto a casa, odissea per Chiara

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Ha preso il treno alla stazione Termini di Roma ieri alle 11. Nella notte arriverà a Palermo dove ad attenderla ci saranno il papà Gino Adragna, la mamma Antonella Lippo e la sorella Giorgia. Dalila Adragna, la dottoressa alcamese in lingue straniere cinese e inglese, partita da Chendu, città che si trova ad oltre mille chilometri da Wuhan, dove è scoppiata l’epidemia. Ha utilizzato “il percorso alternativo”, come suggerito dall’ambasciata per potere tornare in Italia scegliendo via Bangok. E’ atterrata a Fiumicino ieri mattina e come racconta Dalila “ appena entrata in aeroporto mi hanno scattato una sorta di foto”. Si tratterebbe della misurazione della temperatura corporea tramite termoscanner. Ora è sul treno per tornare ad Alcamo dove papà e mamma hanno comunicato all’Asp il rientro della figlia dalla Cina “per adottare tutte le misure sanitarie, ritenute opportune”. Antonella Lippo dichiara che: “Dalila da quando è scattata l’emergenza coronavirus, le ha detto sempre di stare bene. Di non accusare febbre o tosse. Di sentirsi in forma anche se preoccupata da questa situazione che l’ha costretta a lasciare la Cina dopo quattro mesi di permanenza per motivi di studio”, dove non esclude che in futuro potrebbe ritornare. Ma se per Dalila il ritorno ad Alcamo è solo questione di ore, nella famiglia di Luigi Cravotta, maresciallo dei carabinieri in pensione che vive a Castellammare, l’angoscia e la preoccupazione cresce di ora in ora. Il ritorno di Chiara, 23 anni, che da un anno frequenta l’università di Tsingtao, nella provincia di Shandong, è ancora un rebus. La giovane studentessa di Castellammare avrebbe concluso a maggio il suo ciclo di studi del cinese che parla molto bene. Il papà Luigi a più volte chiamato la Farnesina e l’ambasciata di Pechino e gli è stato suggerito “un volo alternativo con scalo a Mosca o a Seul”. La città di Tsingtao si trova vicino ai confini con la Corea e Chiara, dopo l’acquisto del biglietto, a proprie spese, si è recata in aeroporto perché aveva deciso di volare verso Seul e poi in Italia, su suggerimento di un funzionario dall’ambasciata di Pechino. Racconta Luigi Cravotta : “Mia figlia stamane alle 2,30 (ieri ndr) era nell’aeroporto vicino alla città dove stava studiando. Aveva superato tutti i controlli, ma nel momento in cui stava per salire in aereo è stata fermata perché la Corea, nel frattempo, ha dico che da ora in poi occorre il visto domgresso. Chiara è rimasta a terra, delusa e adirata. Un’ impiegata dall’Air Chine le ha consigliato di acquistare un biglietto Pechino-Madrid ed è questa la strada che stiamo seguendo”. “Ho richiamato l’ambasciata italiana a Pechino -dice Luigi Cravotta – e un funzionario mi ha risposto di non avere poter decisionale e di rivolgersi all’ambasciata coreana a Roma per sollecitare il visto”. Nel frattempo ì’ aereo è partito per Seul e Chiara ne ha preso un altro per Pechino in attesa di imbarcarsi per Madrid e potere fare rientro in Italia.