I giovane dell’Ance Sicilia a Bruxelles

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La Sicilia ha utilizzato solo il 40% delle risorse che l’Europa le ha messo a disposizione negli ultimi sei anni, e il 23% è stato restituito per mancanza di impegni di spesa. Ciò è accaduto perché spesso i Comuni e gli enti che possono accedere direttamente ai programmi comunitari non dispongono di figure professionali preparate ad “intercettare” i bandi e a proporre progetti, oppure perché, pur avendo ottenuto il finanziamento, le autorizzazioni alla realizzazione delle opere arrivano dalle locali autorità competenti oltre il tempo massimo.

Per questa ragione il Gruppo Giovani dell’Ance Sicilia, partecipando al Direttivo nazionale Ance tenutosi a Bruxelles in occasione di un corso sui nuovi strumenti europei per il periodo 2014-2020, ha ottenuto che gli esperti della delegazione Ance di Bruxelles siano a disposizione dei sindaci e degli enti locali siciliani per segnalare loro i bandi europei e per assisterli nella presentazione dei progetti.

 

“E’ il nostro contributo – spiega Angelo Turco, presidente del Gruppo Giovani – affinché sia possibile progettare tutti insieme il rilancio della Sicilia. E’ un momento favorevole – aggiunge Turco – anche perché c’è un governo regionale che si sta dimostrando un interlocutore serio e capace di incidere sulle lungaggini burocratiche. Proponiamo – conclude il presidente dei Giovani di Ance Sicilia – al governo regionale, all’Anci Sicilia e all’Urps un ‘Patto pubblico-privato’ che favorisca l’utilizzo dei finanziamenti europei facendo leva sulla capacità di presentare buoni progetti e sulla loro rapida autorizzazione attraverso la definizione di corsie burocratiche preferenziali”.

 

Il direttivo del Gruppo Giovani di Ance Sicilia, facendo tesoro dei contenuti del corso che a Bruxelles li ha messi in contatto con eurodeputati, funzionari, avvocati e commercialisti, ha infine deciso di stimolare gli enti locali ad attivarsi su alcune specifiche misure di finanziamento quali, ad esempio, la messa in sicurezza degli edifici, il recupero e riutilizzo delle tratte ferroviarie dismesse e le cosiddette “linee verdi”.