Freddo insopportabile al Paladangelo di Alcamo, sede dell’hub vaccinale distrettuale. La struttura non è infatti dotata di alcuna pompa di calore o altro sistema di riscaldamento. In questo periodo chi si appresta a sottoporsi a vaccinazione rischia di beccarsi la bronchite o di ritornare in casa con mani e piedi semi-congelati. Fra l’altro, e questa è la cosa più grave, negli ultimi tempi all’hub vaccinale di Alcamo ci si imbatte in attese lunghissime e snervanti. Il personale in servizio, per carità, è encomiabile, cordiale e capita anche che resti all’opera anche ben oltre il turno loro assegnato, ma la scelta dei vertici aziendali dell’ASP di Trapani di dimezzare o ridurre l’orario di lavoro del personale assunto circa un anno fa proprio per gestire la pandemia, ha provocato tanti, troppi problemi. Sabato è per esempio capitato che persone arrivate al Paladangelo per vaccinarsi alle 11,30 siano uscite dopo le 15. Altre presentatesi all’hub vaccinale alle 14 hanno invece ricevuto la somministrazione alle 17.
In questo frangente le operazioni si sono anche fermate, per circa 45 minuti, per mancanza di personale. Poi le vaccinazioni sono riprese ma con ritmi rallentati. In quattro ore un centinaio, forse anche meno. I disservizi dimostrano che la decisione di portare i 180 dipendenti, impiegati nel settore della prevenzione, da 36 ore settimanali a 18 e alcuni a 24 sia stata davvero poco felice specialmente in periodo in cui i contagi stanno risalendo, con necessità di effettuare il tracciamento, ed è cresciuta la corsa verso la terza dose. Il Dipartimento Prevenzione dell’ASP di Trapani, nei vari distretti sanitari e negli hub vaccinali, rischia quindi di andare in tilt perché la mole di lavoro rimane particolarmente elevata. Per fortuna la situazione di sabato scorso non si ripete quotidianamente ma la direzione aziendale potrebbe almeno pensare a riscaldare i locali per evitare che i vaccinandi rischino di buscarsi la polmonite.
