Il tribunale di riesame di Palermo ha accolto quasi interamente il ricorso presentato dall’avvocato Vito Di Graziano contro le misure reali adottate nei confronti dell’ex senatore alcamese Nino Papania e del suo braccio destro Angelo Rocca. Si tratta dei sequestri di denaro disposti dal tribunale misure di prevenzione nell’ambito dell’inchiesta sul malaffare nella gestione i corsi ed enti di formazione professionale. Il Riesame ha quindi annullato il sequestro di 714.000 ero nei confronti del politico alcamese portando la somma a soli 16.500 euro. Decurtazione anche per Angelo Rocca, ex candidato alle ultime regionali, che aveva subito un sequestro da 232.000 euro. Per il tribunale del Riesame il sequestro a Rocca deve ammontare a 28.000 euro. Per il coordinatore provinciale di VIA annullato anche il divieto di dimora anche se rimangono tali gli arresti domiciliari. Il legale dei due politici ha comunque già presentato un altro ricorso al Riesame contro le misure cautelari. Altre novità anche per alcuni degli indagati, i marsalesi Michele Accardi, consigliere comunale, e la figlia Sara. Il Riesame ha infatti annullato l’obbligo di dimora sia per l’esponente del movimento politico VIA che per la figlia. Secondo l’accusa fra i presunti favori al centro dell’inchiesta c’era la promessa di assunzione per Sara Accardi: dal suo impiego in un supermercato, sarebbe stata trasferita a un ruolo in una IPAB a Santa Ninfa. La richiesta di assunzione sarebbe stata avanzata da Michele Accardi a Nino Papania e a Ignazio Chianetta, referente di VIA a Marsala, finito agli arresti domiciliari. L’inchiesta sugli enti di formazione e le relative misure cautelari hanno raggiunto, il 17 ottobre scorso, l’ex senatore Papania al carcere di Pagliarelli dove si trova dopo l’operazione di alcune settimane prima per voto di scambio politico mafioso.