Finanziaria, fondi per combattere l’obesità e per acquistare i costosi farmaci. SIMDO soddisfatta

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Obesità e mancanza di mezzi sono stati, fino ad ora, un binomio capace di soffocare anche la speranza, nei soggetti che ne sono affetti, di vivere una vita normale. I farmaci rivoluzionari che hanno reso la magrezza un obiettivo possibile, l’hanno decretata però come un affare solo per ricchi, dato il costo esorbitante delle molecole. Oggi, in Italia, un importante passo avanti verso la democratizzazione della lotta all’obesità è stato fatto grazie all’approvazione dell’emendamento che istituisce un fondo dedicato alla prevenzione e alla cura dell’obesità che è adesso in approvazione nella Finanziaria.

Anche la Simdo, Società Italiana Malattie metaboliche, Diabete e Obesità, per voce del suo presidente, il diabetologo partinicese Enzo Provenzano, si unisce al coro di soddisfazione per la prossima approvazione della norma che riconosce all’obesità la dignità di malattia. L’emendamento già approvato in commissione e inserito in Finanziaria, era stato presentato dall’onorevole Roberto Pella, capogruppo per Forza Italia in quinta Commissione. È stato introdotto per finanziare interventi normativi in materia di prevenzione e cura dell’obesità. Esso prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, con ulteriori integrazioni di 200mila euro nel 2025, 300mila euro nel 2026 e 700mila euro nel 2027.

“È un passo decisivo per il miglioramento della salute pubblica – ha detto Enzo Provenzano, fresco di pensionamento da primario dell’ospedale Civico di Partinico e presidente di Simdo – perché l’obesità è l’anticamera di tante altre malattie invalidanti che compromettono la salute e la vita di chi ne è affetto. I fondi che saranno investiti saranno risparmiati per altre patologie croniche che da essa scaturiscono. Si tratta di malattie cardiovascolari, cancro e diabete di tipo 2 di cui l’obesità è il principale fattore di rischio. Ci piace pensare – ha concluso Provenzano – che la politica in questa sua decisione così importante sia stata illuminata anche dall’azione costante e instancabile che le società scientifiche hanno portato avanti in questi anni”.