Alla stampa file riservati su MMD. Arrestati consigliere comunale e maresciallo che aveva indagato su Fratello

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Un’altra indagine coinvolge l’ex agente fotografico Fabrizio Corona. L’ex fotografo dei VIP sarebbe stato in contatto con un consigliere comunale di Mazara del Vallo per acquistare file riservati relativi alla cattura di Matteo Messina Denaro. Il politico li avrebbe acquisito da un maresciallo dei carabinieri in servizio nella stessa cittadina mazarese. I documenti riservati e divulgati illecitamente sarebbero circa 800 e riguarderebbero le chat tra pazienti de La Maddalena, dove veniva curato Messina Denaro, e lo stesso boss divulgate in rete e sulle televisioni.

Agli arresti domiciliari è finito il maresciallo Luigi Pirollo, 48 anni, già in servizio a Trapani e noto per avere condotto indagini sull’ex politico alcamese Norino Fratello, che avrebbe sottratto i documenti coperti dal segreto istruttorio e li avrebbe ceduti al consigliere comunale di Mazara del Vallo, il 33enne Giorgio Randazzo finito pure ai domiciliari. Quest’ultimo avrebbe provato a rivenderli all’ex agente fotografico Fabrizio Corona, indagato per la stessa vicenda. Subito dopo la cattura, il 16 gennaio scorso, quotidianamente venivano pubblicati spezzoni di chat tra Matteo Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, e alcune pazienti con cui il boss aveva fatto le sedute di chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo. Materiale oggetto di indagini e coperto dal segreto istruttorio, che tuttavia arrivava in televisione, in rete e dappertutto facendo schizzare verso l’alto dati auditel e visualizzazioni.

Secondo la ricostruzione della procura di Palermo e dei carabinieri dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, il maresciallo Pirollo – accedendo abusivamente ai sistemi informatici dell’Arma – avrebbe sottratto esattamente 768 files che avrebbe poi passato al consigliere comunale Randazzo. Questi – sempre secondo le ipotesi dell’accusa – avrebbe contattato Corona e avrebbe cercato di rivendergli il materiale. Scoop a pagamento, quindi, che però sarebbero stati sventati grazie a numerose intercettazioni a carico del noto agente e fotografo. Quest’ultimo avrebbe consigliato a Randazzo di rivolgersi a una testata on line, “Mow”, diretta da Moreno Pisto che però, comprendendo la delicatezza del materiale, avrebbe deciso di raccontare i fatti agli investigatori. Molte conversazioni tra le pazienti e il mafioso erano state comunque rilanciate da “Mow” e anche dalla trasmissione di La7 “Non è l’arena” di Massimo Giletti.