
Grandi potenzialità, ma appena 571 megawatt di impianti di fonti rinnovabili installati nel 2023 e il 70 per cento di energia consumata che proviene ancora dai combustibili fossili. È il quadro del rapporto di Legambiente “Scacco matto alle rinnovabili” per quanto riguarda la Sicilia. L’associazione ambientalista ha fatto il punto sugli impianti di fonti rinnovabili che nell’Isola a fine 2023 hanno raggiunto la potenza di 4,7 gigawatt di cui la maggior parte, cioè 4,4, riguardano il fotovoltaico e l’eolico. E l’88% è prodotto da impianti piccoli, con una classe di potenza inferiore ai 12 chilowatt, e il 99% è sotto un megawatt. In pratica su 100.700 impianti solo 140 superano il megawatt e appena 5 i 10 megawatt. Secondo il report, la Regione siciliana ha autorizzato nel solo 2023, tra eolico e fotovoltaico, più di 3 gigawatt e più della metà dei progetti fotovoltaici di tutta Italia che hanno avuto l’ok sono in Sicilia. Eppure tra il 2019 e il 2023, soltanto un progetto su quattro ha avuto il nulla osta e questo perché, come denuncia Legambiente, l’iter autorizzativo è costellato da problemi burocratici e ritardi. «È necessario — fanno sapere dall’organizzazione — tradurre velocemente in nuovi impianti in esercizio le autorizzazioni che sono state rilasciate, e per farlo occorre un’azione di monitoraggio della Regione, limitando al massimo la possibilità di proroga delle autorizzazioni, per ridurre il divario fra potenza autorizzata e messa in esercizio». A sostegno di questa tesi, nel rapporto nazionale, Legambiente ha citato sette casi siciliani di “blocchi alle rinnovabili”. Il più recente è il progetto “Portella” della società Sicilia Wind, il parco eolico di circa 30 megawatt da realizzare tra i comuni di Montevago e Santa Margherita del Belice, le cui opere di connessione interrate ricadrebbero nei comuni di Sambuca e Menfi.