Emergenza incendi. Sicilia il giorno dopo, scene da Day After

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La scena che si è presentata stamane a migliaia di siciliani è quella del film Day After: il giorno dopo, uscito nel 1983. Nel film viene descritta una situazione ipotetica dopo che il territorio è stato devastato da una bomba atomica. Decine di incendi ieri con bilancio tragico. Un morto a Trappeto. Una donna morta a Cefalù nel tentativo di salvare una stalla con cavalli. Day After ovvero gente in fuga in cerca di salvezza per come è accaduto a Cefalù dove 700 persone, quasi tutti turisti, hanno lasciato il più grande albergo per sfuggire alle fiamme che avevano circondato la struttura. Inferno a Palermo circondata dalle fiamme con gente in fuga nei vari quartieri, con auto che bruciavano, con la circonvallazione bloccata sempre per le fiamme, con la discarica di Bellolampo nuovamente a fuoco con rischio di diossina. Aria irrespirabile. E poi da Balestrate a Borgetto, da Montelepre a Carini. Da Trapani a Castellammare a Buseto Palizzolo, Valderice. Castelvetrano. I killer della Natura hanno inferto ancora un duro colpo al verde, causato lo sterminio di animali, bloccate in alcune zone le linee telefoniche. Come purtroppo succede uno tra i più martoriati il territorio di Castellammare.

Chiusa ieri pomeriggio la statale 187 nei pressi di Trappeto. A Casa Santa Erice lambite abitazioni e il carcere. Sempre a Trapani fuggiti 40 extracomunitari ospiti del centro di rimpatrio di contrada Milo, dove c’è stato un incendio forse appiccato per creare un diversivo e consentire la fuga. Centinaia di persone hanno lasciato le loro abitazioni in tante parti della Sicilia a causa dell’incendio, che ha impegnato, e ai quali va il ringraziamento, Vigili del fuoco, forestale, molti sono stati richiamati in servizio, protezione civile, volontari, forze dell’ordine e cittadini armati di tubo per spargere acqua ed allontanare le fiamme dalle loro case. Migliaia gli ettari di verde distrutti. E di episodi ne potremmo citare tanti altri. Altro duro colpo dopo gli incendi dello scorso luglio. Di fronte alla vastità di questi roghi è difficile avere subito ragione anche perché il forte vento di scirocco funge da lanciafiamme. Canadair ed elicotteri in funzione e le operazioni sono continuate anche stamane. E ora infiamma anche la polemica politica. “Occorre organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali. Mi dispiace tanto. Tra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia”. Lo afferma il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante. Sulla stessa scia l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. “Stupiscono le parole del vescovo di Cefalù, che rischiano solo di alimentare proteste e fomentare la sommossa popolare” la replica del governatore Renato Schifani. Resta tanti ritardi della Regione, resta il fatto che la pulizia dei territori, nonostante le ordinanze dei sindaci, rimangono sulla carta. Che c’è carenza di uomini e mezzi nella Forestale, denunciate da anni dai sindacati. Che nei rari casi in cui vengono individuati i piromani non c’è la certezza della pena. E da domani è tempo di tracciare bilanci. Purtroppo da decenni tragici.