Elezioni alla banca don Rizzo, per i ricorsi presto la decisione

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I giudici del tribunale civile, (Sezione imprese), di Palermo hanno fissato per il prossimo 15 gennaio l’udienza, e nella stessa giornata forse anche la sentenza, per decidere sul ricorso presentato da alcuni soci della Banca di credito cooperativo don Rizzo che chiedono l’annullamento delle elezioni del nuovo presidente e consiglio di amministrazione. Nel ricorso, tra le contestazioni, figura soprattutto la clausola di gradimento che ha comportato l’esclusione  di alcuni soci che volevano candidarsi  per un posto nel consiglio di amministrazione. Infatti la lista, un sola quella presentata,  venne redatta dal Fondo di garanzia dell’Iccrea che esaminò le varie candidature. Gli esclusi contestarono immediatamente le decisioni  adottate e dopo l’elezione si sono rivolti ai giudici, che dovranno ora determinare se la clausola di gradimento è valida. Se decidono che è valida tutto resta per come emerso nell’assemblea per l’elezione della nuova governance. Qualora la clausola di gradimento non venga ritenuta valida si dovrà procedere a nuove elezioni. Ma mentre alla Banca don Rizzo è sempre viva tale vertenza occorre guardare ad un immediato futuro perché il governo ha accelerato i tempi per la riforma delle Bcc, che avrebbe dovuto essere pronta al 31 dicembre del 2015, ma che è slittata di qualche mese. Il governo Renzi intende attuare la riforma delle Bcc al più presto tanto che si parla di un decreto legge subito dopo l’Epifania. L’accelerazione della riforma è anche la conseguenza delle polemiche e delle inchieste per le quattro banche salvate dal fallimento, rovinando comunque migliaia di piccoli risparmiatori.  Le banche di credito cooperativo hanno un patrimonio complessivo di 20,2 miliardi di euro. 4450 sportelli, 37 mila dipendenti e 1,2 milioni di soci. Ma soprattutto conta su 368 piccole banche di credito cooperativo. Comunque i contenuti della riforma continuano ad essere incerti. Il testo proposto da Federcasse in dieci punti prevede, tra l’altro,  la nascita di una capogruppo bancaria, cui le singole Bcc aderiscono sulla base di un “patto di coesione”.  Gli accorpamenti prevedono una drastica riduzione delle Bcc, fermi restando i posti di lavoro, ma si ridurrebbero di oltre l’80% i consigli di amministrazione con grande risparmio per le stesse banche. Intanto la governance della don Rizzo sta lavorando per rilanciare la banca, nominare un nuovo direttore generale. Ma tutto ciò potrebbe per buona parte essere vanificato se parte la riforma con i relativi accorpamenti perché tanti consigli di amministrazione, don Rizzo compresi, verrebbero di fatto aboliti. Intanto dal primo gennaio entra in vigore il bail-in e le banche dovrebbero spiegare bene ai clienti cosa significa perché da ora in poi, in caso di difficoltà economiche degli istituti di credito, a pagare saranno i clienti.