Egadi, salvate due tartarughe in pochi giorni

    0
    304

    In pieno agosto il Canale di Sicilia e le Egadi si popolano di tartarughe marine. Nel giro di pochi giorni, il personale dell’Area Marina Protetta e i volontari di Legambiente Isole Egadi, con il supporto della Capitaneria di Porto di Favignana, hanno recuperato, soccorso e consegnato ai veterinari del WWF Italia due esemplari di Caretta caretta in gravi difficoltà.

    Il 2 agosto scorso, al largo della spiaggia di Lido Burrone, a Favignana, è stato recuperato un giovane esemplare del peso di circa 5 kg, chiamato Stefano, che aveva ingoiato un amo e aveva un arto in putrefazione, a causa di una lenza da pesca che lo aveva intrappolato. A distanza di alcuni giorni Stefano, consegnato alle cure del WWF di Lampedusa dai volontari di Legambiente Egadi, può definirsi fuori pericolo e tra qualche settimana potrà tornare in libertà.

    Ieri il peschereccio favignanese “Marcella”, impegnato nelle attività del progetto “vedette del Mare”, ha recuperato presso Scalo Cavallo, al largo della costa nord di Favignana, un esemplare adulto di Caretta caretta, ribattezzato Franco, di circa 30 kg, con problemi di assetto e difficoltà ad immergersi. “Franco” è stato consegnato dai pescatori al personale dell’AMP, che lo hanno affidato ai volontari di Legambiente. Imbarcata prontamente sul primo aliscafo per Trapani, la tartaruga è stata recuperata dal WWF Italia e sta facendo rotta, in queste ore, per il centro di soccorso veterinario di Lampedusa. Un bellissimo caso di collaborazione tra pescatori, istituzioni e ambientalisti.

    Nel frattempo, l’Area Marina Protetta “Isole Egadi” ha completato a Cala Rossa, a Favignana, la posa in opera di una linea di segnalazione di gavitelli rossi e gialli che marca il limite delle acque riservate alla balneazione, in ossequio all’Ordinanza della Capitaneria di Porto di Trapani.

    “Finalmente – ha commentato il Presidente dell’AMP e Sindaco di Favignana, Lucio Antinoro – a Cala Rossa si può fare il bagno in piena sicurezza. E sempre in sicurezza, e nel rispetto dei fondali marini, si può ormeggiare al campo boe dell’AMP. Stiamo piano piano trasformando Cala Rossa, forse il luogo simbolo delle Egadi, – conclude Antinoro – in un luogo fruibile in maniera civile e rispettosa dell’ambiente e degli altri: in passato era un vero e proprio “far-west” della navigazione e dell’ancoraggio selvaggio tra i bagnanti”.