Il trapanese si è sempre dichiarato estraneo ma è stato rinviato a giudizio dal gup Caterina Brignone. Il processo a suo carico per violenza sessuale prenderà il via, dinnanzi al tribunale di Trapani, il prossimo 24 maggio. La vicenda è quella della donna ucraina di 44 anni arrivata in Italia a causa della guerra nel suo Paese. Secondo l’accusa e secondo il racconto della donna, il 25 novembre la 44enne e il 37enne trapanese, entrambi senza fissa dimora, avrebbero deciso di fare una passeggiata e di sedersi su una panchina delle Mira di Tramontana. L’uomo, pregiudicato, avrebbe quindi tentato un approccio sessuale e, al rifiuto dell’ucraina, avrebbe reagito con violenza e percosse riuscendo anche a stuprarla.
Un caso che fece molto scalpore a Trapani e che causò anche preoccupazione e sdegno in quanto i fatti accaddero proprio a ridosso del 25 novembre, la giornata internazionale dedicata a combattere la violenza sulle donne. Natalia, la 44enne che da poco tempo era giunta a Trapani dove viveva di espedienti, venne ritrovata sulla panchina, in una pozza di sangue, e accompagnata, in ambulanza, all’ospedale dove fi costretta a subire un intervento chirurgico un intervento chirurgico.
L’imputato dovrà quindi rispondere non soltanto di violenza sessuale ma anche di lesioni personali per le gravi ferite riportate dalla vittima. La versione del trapanese, che si trova tutt’ora in carcere, è di segno opposto. Nell’interrogatorio avrebbe infatti detto che non ci sarebbe stata alcuna violenza e che il rapporto sarebbe avvenuto con le stesse dinamiche di quelli precedenti. “Quando ho visto che perdeva sangue – avrebbe raccontato – ci siamo fermati e l’ho aiutata rivestirsi”. L’imputato è inoltre rimasto sul posto fin quando arrivò l’ambulanza.
I vestiti che indossava la 44enne notte sono stati sequestrati dalla polizia e non sarebbero sporchi di sangue. Adesso sarà il processo, che inizierà il 24 maggio, a provare a fare chiarezza su un episodio che appare abbastanza controverso.