Disoccupazione intellettuale. Grande fuga dalla Sicilia di laureti e diplomati

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I numeri sono sempre più allarmanti, in Sicilia, regione con uno dei più alti tassi di disoccupazione. Un dramma per migliaia di famiglie che vedono sempre più nero il futuro dei figli. L’ultimo dato dello Svimez, relativo al 2018, ci dice che ben 17 mila giovani siciliani laureati e diplomati hanno lasciato la Sicilia in cerca di un futuro migliore. E per la prima volta il numero degli abitanti dell’isola è sceso sotto i 5 milioni. E mentre il duo gialloverde Salvini-Di Maio della lite quotidiana hanno fatto la loro ragion di Stato, il Sud continua ad affondare per la mancanza di iniziative, alle quali si cerca di far fronte con i pannicelli caldi del discutibilissimo reddito di cittadinanza. E attenzione nel malaugurato caso passasse la proposta della Lega di Salvini, (che ora pesca voti anche nel Meridione per anni sbeffeggiato da tale vice ministro), sull’autonomia differenziata per le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, al Sud provocherebbe lacrime e sangue. Si calcola che in pochi anni nel Sud e quindi anche in Sicilia verrebbero tagliati fondi statali per 15 miliardi di euro con gravissime ripercussioni dalla sanità alle infrastrutture e così via. L’autonomia differenziata così come è stata concepita dai cervelli della Lega metterebbe in serio rischio l’Unità d’Italia, conquistata dai nostri antenati al prezzo anche della vita. La deriva della politica gialloverde italiana si riflette sempre più negativamente sul Sud, come dimostrano gli ultimi dati dello Svimez. Ricordiamo che lo scorso 30 aprile ha avuto luogo, davanti alla Presidenza della regione siciliana, una singolare manifestazione di pacifica protesta dal titolo: “Una valigia di cartone”. Un modo per di NO alla emigrazione dei giovani in cerca di occupazione. L’iniziativa è stata fortemente voluta da padre Antonio Garau che ha tirato in ballo anche i vescovi siciliani. L’iniziativa è sempre di attualità. “Non possiamo stare a guardare mentre i nostri giovani scappano via – dice padre Garau – la politica deve intervenire sulle aziende e garantire loro fiducia e sostegno perché saranno le imprese siciliane a dare slancio all’economia del territorio e produrre nuovo lavoro per i nostri ragazzi. Non può esserci civiltà se non c’è lavoro”. E mentre la situazione in Sicilia continua a peggiorare non arriva alcun segnale dai Palazzi della politica romana e palermitana.