Diga Trinità di Castelvetrano, cronaca di un fallimento annunciato

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Diga Trinità. Ovvero cronaca di un fallimento annunciato. L’associazione “I Guardiani del Territorio” ha denunciato la decisione, definendola “una sconfitta politica e amministrativa”. la decisione del Ministero delle Infrastrutture di mettere fuori esercizio la diga Trinità di Castelvetrano. Una scelta drastica, resa ufficiale con il provvedimento del 14 gennaio 2025, che comporta la progressiva riduzione dei livelli idrici dell’invaso.  Già dal 2022 l’associazione aveva lanciato numerosi allarmi, sottolineando l’urgenza di interventi per salvare la diga e prevenire il collasso del sistema idrico. Questo scenario rappresenta un duro colpo per un territorio già segnato dalla siccità e dalla crisi idrica, aggravando le difficoltà di agricoltori e operatori economici con terreni che non solo rischiano di non essere produttivi ma che perdono tutto il loro valore.

A dicembre 2024, l’associazione aveva elaborato un documento dettagliato, che includeva soluzioni tecniche e gestionali per il pieno recupero della diga. Nonostante il riconoscimento da parte dei tecnici ministeriali, il documento è stato ignorato, lasciando spazio a una decisione che avrà conseguenze devastanti. “La messa fuori esercizio della diga non è solo un disastro tecnico, ma anche una sconfitta per il nostro territorio, dichiara il presidente dell’associazione. “La regione esca dal torpore e faccia quello che è necessario per evitare la chiusura della diga Trinità. Lo dice Davide Faraone capogruppo di Italia Viva alla Camera. Anche i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno espresso un giudizio severo sulla vicenda. In una nota congiunta, i segretari Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Leonardo Falco hanno sottolineato come l’inerzia della politica e della burocrazia abbia prodotto “un risultato osceno a discapito dell’agricoltura e del territorio trapanese”.