Differenziata, ad Alcamo dal 60% al 41% con trend al ribasso. Andamento opposto nel circondario

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I dati sulla percentuale di raccolta differenziata in Sicilia nel primo quadrimestre del 2019, diffusi dall’assessorato regionale competente, non sono certamente entusiasmanti per la città di Alcamo che si è incanalata in un trend negativo che nel mese di aprile è già precipitato al di sotto del 41%. Dal mese di marzo, da quando il sindaco di Alcamo Domenico Surdi dispose la raccolta unica di RSU e organico a causa del sequestro degli impianti della Sicilfert,  la quota è via via scesa sempre di più e preoccupantemente: dal 54,4 del mese di marzo si è passati al 40,7 con una perdita netta di  13,7 punti percentuali in appena 30 giorni. A fine 2018 la quota era del 59,9. L’ordinanza adesso non è mai stata ritirata e la ditta che raccoglie i rifiuti continua a mettere assieme organico ed RSU. A far oscillare la percentuale di differenziata è proprio la quantità di indifferenziato. Visto che le disposizioni sono sempre quelle e alla luce della gravissima emergenza scatenatasi a giugno e luglio ad Alcamo Marina e nelle altre zone di villeggiatura, la quota di differenziata sarebbe arrivata adesso al 30%.

In pratica da reginetta la cittadina alcamese sta per diventare una vera cenerentola con tanto di maglia nera. Attualmente, infatti, su 390 comuni siciliani soltanto 45 sono al di sotto del 30% di differenziata. Chiusura e apertura delle piattaforme, problemi con le discariche, appalto che era in dirittura d’arrivo. Tutte motivazioni che l’amministrazione comunale ha finora avanzato per spiegare il trend negativo. Tali giustificazioni, però, non trovano riscontro nei dati del resto della Sicilia, anche in tutto il trapanese, dove l’andamento è in forte risalita. Insomma i problemi agli impianti sono stati reali ma lo sono stati per tutti i comuni e non soltanto per Alcamo e altri pochi.

Innanzitutto l’intero territorio provinciale trapanese differenzia per oltre il 55% dei rifiuti. Trapani, per fare qualche esempio, era nel 2018 al 15% essendo uno dei luoghi in cui la differenziata è partita più in ritardo di tutti gli altri. Adesso la quota nel comune capoluogo è del 50, ben 35 punti in più. Anche Marsala che ha avuto problemi con la Sicilfert e altre piattaforme è salita dal 55 al 64,2 %. Mazara del Vallo, nello stesso contesto storico, ha quasi raddoppiato passando da un misero 35,5 a un ottimo 68,4 che supera i limiti minimi imposti dall’Europa. Resta invece sempre nella fascia nera Castelvetrano ma anche qui, a differenza di Alcamo, la differenziata, nei primi 4 mesi del 2019, è salita nettamente fino al 26,7. Stabile Castellammare del Golfo che perde meno di mezzo punto rispetto al 2018 mentre Balestrate incrementa la sua virtuosità salendo ad oltre il 71 per cento.

Alla luce di tali dati alcune domande sorgono spontanee: ma siamo sicuri che la programmazione in materia rifiuti della giunta Surdi sia stata effettuata con attenzione? E siamo certi che non vengano trovati siti e non si sottoscrivano convenzioni a causa soprattutto dei costi delle piattaforme che farebbero lievitare all’inverosimile un servizio già parecchio esoso?