Diaconi permanenti, ordinazione per tre. Anche un’alcamese

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Un lungo percorso religioso per potere tagliare il traguardo e diventare diaconi permanenti. Sono coloro che scelgono di essere ordinati in quest’ordine per servire la comunità cristiana senza potere diventare presbiteri. Il loro compito principale è quello di proclamare il Vangelo durante la Messa. I diaconi, che sono al servizio dei preti e dei vescovi possono amministrare il Sacramento del Battesimo. Fungono da assistenti durante la celebrazione dei matrimoni e da coordinatori per il ministero della carità e hanno l’autorità di predicare la Parola di Dio. Un servizio importante. Sono tre coloro i quali diventeranno diaconi, dopo il percorso di accoliti, durante la solenne cerimonia il prossimo 31 maggio nella cattedrale di Trapani. Si tratta dell’alcamese Pietro Vilardi, di Alfonso Ricca di Nubia e di Salvatore Torrregrossa di Trapani. Alcamo famosa per le sue chiese, per conventi e monasteri. Ma oggi restano solo 10 sacerdoti diocesani più cinque i salesiani e 5 frati francescani minori. La crisi delle vocazioni fa da contrappunto alla grande partecipazione degli alcamesi alle celebrazioni religiose. Numerosi invece i ministri straordinari della comunione operanti nelle dieci parrocchie alcamesi. Portano la comunione nelle case a persone, la maggior parte anziani, che non possono recarsi in chiesa.  Ad Alcamo da 18 anni opera un diacono permanente Francesco Pizzo nella chiesa di Gesù Cristo Redentore. Per carenza di vocazioni e a causa dell’esiguità dei numeri dei sacerdoti nel 2007 sono andati via i gesuiti che operavano all’interno della chiesa del Collegio e formato giovani divenuti professionisti di successo. Due anni fa Alcamo ha perso la secolare presenza dei frati minori conventuali della chiesa di San Francesco d’Assisi. Oggi i pochi sacerdoti “amministrano” più chiese.  Va scomparendo anche l’esercito di monache e suore. Appena 18 quelle di clausura al monastero di Santa Chiara. Quattro alla Badia Grande e quattro suore alla Casa di ospitalità “Mangione”. Quattro quelle nigeriane a servizio della chiesa Madre che vivono nell’immenso immobile della chiesa dell’Angelo Custode