Demolizione palazzine ad Alcamo in Via Guarrasi, . Da dieci giorni due strade al buio

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Un cavo tranciato involontariamente dagli operai addetti alla demolizione o un’operazione dei tecnici dell’Enel non perfettamente riuscita. Poco importa. Il fatto grave è che la via Guarrasi e la via Francesco Ferruccio sono totalmente al buio, senza illuminazione pubblica, da dieci giorni. Esattamente dalla sera del 19 giugno. Il black-out si è verificato dopo i primi interventi di demolizione dell’edificio di via Guarrasi che, pericolante, ha causato da un apio di anni la chiusura al transito della strada. Per ripristinare l’illuminazione pubblica dovrebbe servire un ulteriore impegno di spesa da parte del comune di Alcamo in favore dell’Enel. Secondo i residenti, sfiduciati e pessimisti, le due vie potranno riavere la luce non prima che vengano completati i lavori di demolizione, vale a dire il prossimo mese di settembre. La ditta, infatti, sta procedendo con cautela per evitare che vengano danneggiate le palazzine adiacenti a quella che è in fase di demolizione. La situazione nel quartiere sta diventando insopportabile e gli abitanti temono che, con il trasferimento estivo nelle case di villeggiatura, il buio totale nelle ore notturne possa agevolare i radi di bande di malintenzionati.

La via Guarrasi, stradina che sorge a poche decine di metri dal corso 6 Aprile è sbarrata e interdetta al transito dal mese di ottobre del 2021. Un’eternità contraddistinta anche da vicende che, per fortuna, si sono concluse nel migliore dei modi come quelle relative ai soccorsi sanitari costretti a prelevare il malcapitato, a piedi, in barella, e sotto la pioggia. L’ambulanza, ovviamente, non poteva sfondare lo sbarramento. Il tre aprile scorso il sindaco Domenico Surdi, dopo l’ennesimo sopralluogo dei vigili del fuoco, ha diramato l’ordinanza di demolizione, da effettuarsi entro 45 giorni, dell’immobile di via Guarrasi 32. Le opere sono cominciate a metà giugno. Intanto da 85 giorni alcuni alcamesi, abitanti in via Ruggero ai numeri civici 4 e 8, a fianco dell’edificio pericolante, sono costretti a vivere fuori casa. Una famiglia con due figli viene ospitata nei locali della vicina via XV Maggio della cosiddetta ‘Casa degli Artisti’ mentre una coppia ultraottantenne è andata a vivere nella propria casa di villeggiatura.