Circa 30 anni di reclusione e oltre 119.000 euro di multa. Questa la somma delle condanne emesse dal tribunale di Trapani per gli imputati, quasi tutti castellammaresi, coinvolti nell’operazione ‘Delivery della droga’ messa a segno dai carabinieri nel marzo scorso. Si tratta delle persone che avevano scelto il rito abbreviato. Una sola assoluzione, per il trentunenne castellammarese, Ivan Ferro, difeso dagli avvocati Claudio Pirrone e Bruno Vivona, e poi otto condanne.
La più pesante è stata inflitta al quarantenne Salvatore Bosco, figlio di un noto personaggio detenuto per mafia, che dovrà scontare 7 anni e quattro mesi di carcere e pagare 34.000 euro di multa. Cinque anni e cinque mesi di reclusione per la sua compagna, Emanuela Di Bartolo, 42enne castellammarese, che dovrà anche pagare 24.000 euro di multa. Condannato anche il figlio di quest’ultima, Davide Calabrò, a 3anni, 8 mesi, 14 giorni di carcere e 17.000 euro di multa.
Quattro anni e otto mesi di reclusione, nonché 20.000 euro ciascuno di multa, per i palermitani Domenico Bellomonte e Gabriele Piazza. Pene più leggere pe il partinicese Antonino Maragliotti (9 mesi, 10 giorni e 2.200 euro di multa) e per il trappetese Salvatore Ferrara ad un anno e al pagamento di 1.400 euro. Le indagini si conclusero il primo marzo scorso con gli arresti anche di altri imputati che hanno poi optato per il rito ordinario.
I carabinieri avviarono le ricerche dopo le dichiarazioni della moglie di un consumatore di cocaina che aveva indicato i nomi dei presunti pusher. Secondo gli investigatori a Castellammare del Golfo tre persone, con l’aiuto di complici e parenti, avrebbero organizzato un sistema di «delivery» (consegna a domicilio) di marijuana e cocaina, acquistate a Partinico e nel quartiere Zen di Palermo.