Corruzione per l’esercizio della funzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Sono queste le accuse contestate, a vario titolo, a tre persone, fra cui il sindaco di Giardinello, Antonio De Luca e l’ex finanziere ed ex maresciallo della DIA, Giuseppe Ciuro, destinatarie di altrettante misure cautelari eseguite alle prime ore di stamani dai carabinieri della compagnia di Partinico su delega della Procura di Palermo. Peri il primo cittadino è scattato il divieto di dimora A Giardinello; stessa misura cautelare per un altro dipendente pubblico, mentre per l’ex finanziere, già condannato per legami con la mafia, è stato deciso il divieto di dimora nell’intera provincia palermitana.
Le indagini dei carabinieri di Partinico, coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, in cui è coinvolto anche un agente di polizia municipale, sono scattate a gennaio del 2020 e sono andate avanti sino a giugno scorso anno (mese in cui De Luca è stato rieletto sindaco) dopo alcune anomalie riscontrate nella trattazione di una pratica amministrativa. Grazie anche alle intercettazioni gli investigatori dell’Arma avrebbero documentato “una gestione della cosa pubblica condizionata da presunte logiche clientelari e lontane dal perseguimento dell’interesse pubblico”.
Secondo l’accusa, De Luca avrebbe istigato l’agente della municipale, indagato ma non destinatario di misure cautelari, a redigere un falso verbale di accertamento per iscrizione anagrafica, in modo che all’ex finanziere Ciuro (già condannato per favoreggiamento alla mafia e per rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta ‘talpe in procura’ del 2004), venisse accettata l’istanza per la cancellazione di un debito giudiziario di oltre 200 mila euro. L’ex maresciallo avrebbe prodotto una falsa attestazione di trasferimento di residenza e una dichiarazione di formazione di un nuovo nucleo familiare a reddito zero.
In questa maniera avrebbe ottenuto la remissione del debito. Il gip ha disposto quindi il sequestro per equivalente di 200 mila euro. Le indagini avrebbero fatto anche emergere l’esistenza di un presunto accordo corruttivo tra il sindaco e un dipendente del comune di Montelepre. Quest’ultimo avrebbe promesso a De Luca l’appoggio politico tramite una sua parente, già consigliera comunale, in cambio della promessa della stipula di una convenzione di 18 mesi con il Comune d’appartenenza. L’accordo avrebbe consentito al dipendente comunale di svolgere ore di lavoro suppletive e di rientrare poi all’ufficio d’appartenenza con un contratto a tempo pieno e un conseguente aumento retributivo.