“Cutrara”, trent’anni in prosecuzione per ‘Tempesta’. Assolti i fratelli Di Bartolo

0
349

30 anni di carcere, inibizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale, tre anni di libertà vigilata  dopo l’espiazione della pena. Questa la sentenza ai danni di Francesco Domingo, detto Tempesta, l’imputato principale del processo ‘Cutrara’ in ordinario. Colui che viene ritenuto il boss di Castellammare del Golfo   dovrà anche versare 1.000 euro ad ognuna delle parti civili per risarcimento danni (Antiracket di Trapani, Codici Sicilia, Castello Libero, associazione contro l’illegalità Caponnetto) e tremila euro al comune castellammarese. Rigettata invece la domanda di risarcimento presentata dall’associazione antiracket e antiusura alcamese.

Il dispositivo della sentenza del tribunale di Trapani presieduto da Enzo Agate è stato letto in aula intorno alle 18,30. Il pm Francesca Dessì per Domingo aveva chiesto 26 anni di reclusione. Ne sono arrivati 30 ma in prosecuzione alle precedenti pene già espiate. Questo potrebbe significare una sottrazione di anni ma lo spiegheranno le motivazioni della sentenza che saranno depositate entro 90 giorni. Tempesta è stato quindi condannato per associazione mafiosa e per i suoi collegamenti con Cosa Nostra d’oltre oceano e con la famiglia di Alcamo dei Melodia, per tentativi di estorsione e per il rinvenimento delle armi nei suoi terreni.

Il 66enne castellammarese, difeso dagli avvocati Giusy Cataldo e Raffaele Bonsignore, è stato invece assolto da altri otto capi d’imputazione.  Tre anni di reclusione sono stati invece inflitti ad Antonio Rosario Di Stefano, accusato di avere cercato di individuare le cimici degli investigatori, e un anno e dieci mesi, pena sospesa, a Salvatore Labita, titolare di un’impresa di installazione di impianti elettrici, che avrebbe fornito a Domingo la strumentazione necessaria per rinvenire le microspie.

Assolti perché il fatto non sussiste, quindi con assoluta formula piena, i fratelli Nicola e Lilla Di Bartolo, imputati di essersi fittiziamente intestata la proprietà di una casa di riposo per anziani, per coprire il boss castellammarese. Ai Di Bartolo è stata restituita la documentazione amministrativa sequestrata. Il pm per i gestori della casa di riposo aveva chiesto rispettivamente 4 anni ciascuno.  L’assoluzione dei due fratelli potrebbe orientare la sentenza d’appello del processo abbreviato, soprattutto nei confronti del sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, già assolto in primo grado.