Custonaci, bar confiscato rilevato da donne

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Il Bar “Il Sorriso” di Custonaci, confiscato nell’aprile scorso dalla guardia di finanza (nella foto), avrà una nuova alba grazie alla tenacia di una cooperativa di giovani donne che ha deciso di prenderlo in affitto. L’inaugurazione si terrà il 12 luglio prossimo alle ore 18. L’azienda “Bar il Sorriso” opera nel settore della ristorazione in una struttura polifunzionale di medie dimensioni costituita da un bar-gastronomia, un’area trattoria-pizzeria e una sala banchetti al primo piano. Il locale è stato confiscato nei mesi scorsi dopo l’arresto, avvenuto nello scorso anno, del proprietario Salvatore Zichichi accusato di prestare denaro ad imprenditori del settore marmifero in difficoltà finanziarie. Zichichi, nel frattempo condannato a 9 anni e 4 mesi, applicava tassi superiori al 120 per cento annuo. A poche settimana di distanza dalla confisca il bene è stato dato in affitto alla Cooperativa “Donora”, che fa parte del Consorzio “Ulisse” da anni impegnato nella gestione dei beni confiscati alla mafia. “Una nuova impresa – dichiara Giovanna Di Girolamo, vice presidente del Consorzio “Ulisse” – viene restituita come valore economico e sociale al territorio. Un’altra vittoria dello Stato. Un altro segno del gruppo di coop del Consorzio Ulisse e del nostro impegno nel contrasto alla illegalità”. L’operazione di confisca ebbe una grande eco nella cittadina di Custonaci dove tutti conoscevano Zichichi che con i suoi familiari gestiva non solo il bar ma anche l’attiguo ristorante: nell’abitazione dell’imprenditore furono trovati dai finanzieri denaro in contanti ed assegni bancari per un valore di oltre 500 mila euro. Il Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani delle fiamme gialle è riuscita ad arrivare a queste indagini dopo avere concentrato l’attenzione sull’elevato tenore di vita e l’ingente patrimonio accumulato nel tempo dall’usuraio e dal suo nucleo familiare, rilevando una fortissima sproporzione tra i beni posseduti e i redditi conseguiti e dichiarati negli ultimi 20 anni: a fronte di poche decine di migliaia d’euro di redditi dichiarati, Zichichi conduceva un tenore di vita di gran lunga al di sopra delle proprie possibilità, risultando proprietario, direttamente o tramite i suoi familiari, di numerosissimi beni mobili e immobili. Già vent’anni fa, nel 1994, Zichichi era stato indagato per la medesima accusa. L’imprenditore aveva allora definito la sua posizione con una condanna ad un anno e sei mesi di reclusione, beneficiando della sospensione. Dopo i guai giudiziari, l’imprenditore aveva evidentemente deciso di proseguire nell’attività illecita.

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