Crisi delle vocazioni, ad Alcamo si svuotano anche conventi e monasteri

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Immensi immobili che si affacciano in centro  su quattro strade. Due piani di oltre 2 mila e 500 metri quadrati con annesse chiese. Sono monasteri che brulicavano di vita contemplativa e di preghiera ma anche famosi per la  preparazione di dolci da parte delle monache, che emettono voti solenni e appartengono a ordini religiosi antichi. Generalmente le suore non vivono in clausura ma si dedicano a opere di apostolato attivo, come l’assistenza ad anziani e ammalati o l’istruzione e l’educazione cristiana della gioventù. Alcamo ha ospitato, come scrivono storici alcamesi, oltre 300 monache e un centinaio di suore. Oggi monasteri vuoti per la crisi delle vocazioni con una eccezione. Il  monastero di Santa Chiara  non accusa questo  problema. Oggi ospita venti monache. Chiuso un anno fa il monastero del Sacro Cuore di corso dei Mille,  Alcamo perse un record nazionale:  quello di essere l’unica città italiana ad avere  due conventi di clausura. Il monastero venne aperto nel 1914. Il trasferimento all’Eremo Casa del Sorriso di Erice per seri problemi di agibilità del monastero, che necessita di  opere di manutenzione. Ma mancano i fondi.

Nel luglio di tre anni fa entrambi i monasteri si unirono all’appello indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un appello “contro l’intolleranza. Il razzismo. Il fascismo strisciante sempre più alimentato e che crea gravi tensioni sociali”. Nel luglio dello scorso anno due suore decedute nello stesso giorno ad Alcamo. Due ultrasecolari monasteri che si svuotarono. All’età di 93 anni è morta  suor Maria Pia Melia, ultima badessa e l’unica ad abitare nel monumentale monastero dell’Angelo Custode che si trova nel corso VI Aprile-angolo via Rossotti. Madonna dell’Alto  e De Ballis. Con la morte di suor Melia sono scomparse ad Alcamo le suore cassinese. Oggi vi abitano sei suore nigeriane Figlie di Gesù Misericordia, che si occupano della cura della chiesa Madre. Al monastero  di San Francesco di Paola, sono rimaste solo quattro monache. Ha ospitato nei secoli sino ad oltre settanta religiose.  Grazie a lasciti e donazioni il monastero possiede tanti terreni agricoli e le monache si sbracciavano durante la vendemmia. Altre monache e suore si sono occupate sino al 2006 dell’orfanatrofio San Paolo e gestivano cinque classi elementari parificate. Suore Francescane in via Madonna del Riposa gestivano un asilo. Oggi ospita extracomunitari. Otto suore assistevano ammalati all’ospedale e alla Casa di Riposo Mangione. Oggi sono rimaste meno di trenta tra monache e suore