Aumentano i casi di coronavirus in Sicilia, anche nel trapanese (con Salemi e Trapani a quota 41) e nel palermitano, e l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza ha presieduto ieri un vertice con tutti i manager delle aziende sanitarie per fare il punto della situazione e per predisporre ogni misura utile ad affrontare una eventuale crescita del ricorso alla ospedalizzazione.
“La situazione comincia a diventare delicata seppur sotto controllo” ha tenuto a precisare il capo della sanità siciliana. Al termine del lockdown, però, erano state strombazzate due opere che avrebbero dovuto dare maggiore tranquillità all’utenza ma non solo. La nascita di due moderni covid-hospital, con numerosi posti di terapia intensiva e sub-intensiva, nella Sicilia occidentale. Partinico e Borsellino di Marsala sarebbero dovuti essere sostituiti, in vista della seconda ondata, dall’ex Istituto Materno Infantile di Palermo e dal vecchio San Biagio di Marsala, ospedale oramai chiuso da alcuni anni.
Entro i primi di ottobre, anche prima era stato detto in conferenza-stampa, le due strutture sarebbero dovute essere operative. Certo è che in Sicilia non siamo in Lombardia dove in un mese hanno realizzato nuovi reparti in poco più di un mese, ma nella nostra isola i presidi ospedalieri rischiano di andare in tilt con questa seconda ondata di pandemia.
Ebbene l’ex Imi è pronto, anche con quasi tutte le attrezzature montate, ma dal Policlinico non arrivano ancora notizie su quando potrà aprire i battenti come covid-hospital. La zona in cui sorge fra l’altro è la più indicata in quanto poco popolata. Inoltre non ci sarebbero rischi di commistione con altre patologie perché si tratterebbe di posti-letto esclusivamente per malati di covid.
Nel trapanese andiamo anche peggio. Al vecchio San Biagio non è stato nemmeno aperto il polverose portone di ingresso, altro che lavori di ristrutturazione e di ammodernamento necessari a rendere la struttura un funzionale cvid-hospial. In provincia intanto i casi crescono e, anche se soprattutto asintomatici, sfiorano le duecento unità. A questo punto negli ambienti sanitari si sussurra che il Borsellino di contrada Cardilla potrebbe nuovamente diventare covid-hosital. L’emergenza sanitaria e la salute dei cittadini, ovviamente, non possono attendere le lentezze della Regione e le promesse da marinaio.