Corsi on-line e lauree fasulle. Nuovamente indagato Salvatore Messina, già condannato per ‘Innova’

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Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il settantenne Salvatore Messina, nato a Marsala ma da sempre residente a Palermo, economista, formatore, professore e giornalista, è finito nuovamente al centro di un’indagine per truffa avviata dal gruppo PEF della Guardia di Finanza di Palermo. Sarebbe proprio lui, già arrestato per una mega truffa ai fondi europei quando, nei primi anni duemila, era a capo dell’associazione Innova che aveva sede in zona Sasi a Calatafimi, il dominus dello scandalo che ha coinvolto l’università online “Dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet” e sul quale la Procura di Palermo ha avviato un’indagine. Titoli di studio e lauree che ottenuto al termine dei corsi, il cui accesso ovviamente era a pagamento, che “non hanno alcun valore né ai fini accademici né ai fini professionali”. Secondo una prima ricostruzione, il Dipartimento, che avrebbe goduto di una convenzione con l’università bosniaca di Gorazde, non sarebbe riconosciuto in Italia, in quanto non accreditato dal Ministero.

Nell’anno accademico 2022-2023 gli iscritti erano circa 250 e attraverso l’università online cercavano di ottenere la laurea in medicina senza dover passare dai corsi universitari pubblici a numero chiuso. Per far questo dovevano sborsare cifre che andavano da sei a 20mila euro per ogni anno di corso. I corsi prevedessero sia lezioni teoriche online che tirocini in ospedali pubblici e cliniche convenzionate. Fra gli enti con cui la sedicente università collaborava si sosteneva che vi fossero anche le ASP di Trapani e di Palermo. Salvatore Messina aveva la qualifica di docente con il doppio ruolo di “rettore per le attività internazionali dell’università di Gorazde e di “presidente del comitato tecnico-scientifico” del dipartimento Jean Monnet.

La Guardia di Finanza ha effettuato alcune perquisizioni, nell’abitazione di Salvatore Messina, in quella del figlio Dario, pure lui indagato, e nello studio a Marsala di Alessio Culotta, ritenuto dagli inquirenti un prestanome del professore Messina, rappresentante della società “Italia è cultura srl”, una delle società che sarebbero state utilizzate dall’organizzazione per far rientrare in Italia dall’estero i soldi pagati dagli studenti. Nella precedente vicenda giudiziaria, quella che aveva riguardato i fondi europei e l’associazione Innova, Messina venne condannato in primo grado a otto anni ma poi in appello tutto decadde per prescrizione dei termini. Le indagini di allora segnalarono una truffa all’unione europea per ben 9 milioni di euro e beni di lusso che Salvatore Messina deteneva alle Bahamas.