Controlli dei Nas su liste d’attesa ospedaliere e ambulatoriali, medici denunciati nel trapanese

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Operazione, a tappeto, in tutta Italia da parte dei carabinieri dei NAS, di concerto con il ministero della salute, per verificare la gestione delle liste di attesa nell’erogazione di prestazioni ambulatoriali per visite specialistiche ed esami diagnostici convenzionate con il servizio sanitario pubblico. Le ispezioni sono state eseguite presso presidi ospedalieri e ambulatori delle aziende sanitarie, compresi gli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico, nonché presso le strutture private accreditate.

L’obiettivo dei NAS è quello di accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa. Criteri stilati proprio per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico ed ottenere un’equa e tempestiva erogazione dei servizi sanitari a favore dei cittadini. In tutta Italia sono stati effettuati 1.364 accessi fra ospedali, ambulatori e cliniche e analizzate 3.884 liste e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite specialistiche e di esami diagnostici. I carabinieri hanno quindi deferito all’autorità giudiziaria medici e infermieri, ritenuti responsabili di alcuni reati. Fra questi anche qualcuno in servizio nel trapanese denunciato per interruzione di pubblico servizio.

In pratica i NAS hanno appurato che alcuni ambulatori pubblici talvolta non funzionavano, per mancanza di medici o altri problemi, e quindi le prenotazioni slittavano di parecchio. I casi più rilevanti hanno riguardato diverse parti d’Italia, da Milano a Catania, dimostrando come questo particolare malcostume non avesse alcuna territorialità. Non sia, in altre parole, né tipico del meridione e nemmeno del settentrione. In alcune occasioni i medici favorivano conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa delle visite intramoenia e consentendo loro di essere sottoposti a prestazioni in data antecedente rispetto a quella della prenotazione. Venivano quindi eluse anche le classi di priorità (urgente, breve e differibile).

In alcuni presidi sanitari dell’ASP di Palermo e in quella di Trapani sono stati denunciati dirigenti medici per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione nei mesi di luglio e agosto, al fine di potere andare in ferie, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche. A seguito delle verifiche presso 14 presidi ospedalieri e sanitari delle provincie di Palermo e Agrigento è stato riscontrato, in 23 distinti ambulatori,  che alcune prenotazioni non venivano fatte confluire nel sistema informatico del CUP, ma inserite in un registro cartaceo riservato. Rilevate irregolarità anche negli ambulatori degli ospedali di Trapani, Mazara del Vallo, Marsala, Salemi e Castelvetrano e in quelli di alcune strutture private convenzionate.