Con Rizzo assolti anche Mercadante e Mulè. Pene tutte ridotte tranne quella per Virga

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La sentenza di appello in abbreviato del processo Cutrara ha confermato l’assoluzione del sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo. Anche i giudici di secondo grado hanno infatti confermato che il primo cittadino non è stato protagonista di alcun favoreggiamento alla mafia. Rizzo finì sotto inchiesta per aver avuto un incontro con il boss Francesco Domingo in cui ‘Tempesta’ chiese l’assegnazione di un bene confiscato per una casa di riposo. Il processo di appello ha inoltre rimesso in libertà Salvatore Mercadante, che si trovava detenuto in carcere, e Gaspare Maurizio Mulè che invece era sottoposto ai domiciliari. Il primo era stata condannato a 14 anni e 8 messi mentre il secondo a quattro anni. Entrambi sono stati adesso assolti.

Sono state altresì ridotte le pene per quasi tutti gli imputati nel processo per la mafia di Castellammare del Golfo scaturito dall’operazione Cutrara messa a segno dai carabinieri nel 2020. Una sola la conferma e ha riguardato Francesco Virga, trapanese, figlio dell’ergastolano Vincenzo, per il quale la corte d’appello ha ribadito i 4 anni e sei mesi di reclusione. Ridotte le pene per Camillo Domingo e Francesco Stabile a 8 anni (in primo grado avevano subito condanne rispettivamente a 12 anni e a 10 anni e otto mesi). Si riduce di un anno e mezzo la pena inflitta a ad Antonino Sabella mentre è stata più che dimezzata quella per Daniele La Sala che da 10 anni e otto mesi passa a soli 5 anni.

L’impianto accusatorio tutto sommato ha retto anche se già le pene in primo grado alla mafia castellammarese vennero notevolmente ridotte rispetto alle richieste che erano state avanzate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti procuratori Gianluca De Leo e Francesca Dessì. L’indagine venne avviata dopo la scarcerazione del boss Francesco Domingo, detto ‘Tempesta’, che si sarebbe rimesso alla guida della famiglia mafiosa castellammarese. In realtà, secondo gli inquirenti, Domingo non avrebbe mai lasciato il comando nonostante fosse detenuto. Il capomafia, giudicato in ordinario a Trapani lo scorso 12 dicembre, è stato condannato a 24 anni di reclusione.