C/mmare del Golfo: pronto soccorso sociale in bene di mafia

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    Il bene confiscato in contrada Bocca della Carrubba a Castellammare del Golfo, gestito dall’associazione Jus Vitae, presto diventerà un pronto soccorso sociale. Il Comune castellammarese ha infatti approvato il progetto definitivo per la riconversione della struttura che al momento è utilizzata come centro di distribuzione di generi alimentari Agea per le famiglie bisognose. In pratica qui verrà realizzata una struttura per le persone con disagi sociali, senza fissa dimora. Un progetto prevede la possibilità di dare soccorso immediato a persone senza fissa dimora, senza distinzione di sesso, età, colore, razza, credo e nazionalità, attraverso interventi diversificati, secondo le specificità del disagio degli utenti. I destinatari del servizio sono le persone che, a causa di gravi situazioni di disagio personale e familiare, devono allontanarsi dalla propria abitazione e non hanno un posto dove vivere. In questi giorni la giunta guidata dal sindaco Nicola Coppola ha provveduto ad inserire il progetto stesso all’interno del piano triennale delle opere pubbliche, in via di approvazione. Si tratta di una manovra da quasi 320 mila euro che contempla un totale rinnovo dei locali con ristrutturazione di un immobile, con garage annesso: tra le altre cose è prevista la ripresa della pavimentazione esterna ed interna, rifacimento degli impianti, revisione della copertura e quant’altro è necessario per riconvertire la struttura a pronto soccorso sociale. Il Comune ha la strada oramai spianata in tal senso. Infatti ha incassato anche il parere favorevole dell’azienda sanitaria provinciale di Trapani sotto il profilo igienico-sanitario. Siamo in presenza di un immobile che era di proprietà del sanguinario boss castellammarese Gioacchino Calabrò, rimasto sotto il regime del 41 bis sino all’agosto scorso in carcere dove deve scontare diversi ergastoli. Calabrò è implicato nelle stragi di Roma, Milano e Firenze del ’93, nel fallito attentato all’Olimpico di Roma, negli omicidi di Antonella Bonomo (la compagna del boss di Alcamo Vincenzo Milazzo), nel delitto del capitano di lungo corso Paolo Ficalora; il suo nome compare anche nelle indagini per la strage di Pizzolungo del 1985. L’immobile di contrada Tavolatella fu assegnato al Comune castellammarese nel 2004 dall’Agenzia del Demanio dopo la confisca definitiva al superboss. Subito fu quindi assegnato all’associazione Jus Vitae di padre Antonio Garau, da tempo impegnato in tutto il territorio siciliano in attività sociali che mirano al recupero delle persone disagiate e quindi potenzialmente a rischio di essere reclutate dalla criminalità organizzata come manovalanza.