Cinisi, chi acquisterà ‘Casa Memoria’ messa all’asta? Querelle cominciata nel dicembre 2020

0
702

CINISI – Casa Memoria andrà all’asta per onorare un debutto di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, nei confronti dell’attore Dario Veca. E questa è notizia di ieri con la data già fissata per l’8 febbraio del 2024. Una storia lunga e carica di polemiche ma anche dei sacrosanti diritti del ricorrente. Inizialmente il giudice per l’Esecuzione, Gianfranco Pignataro, aveva deciso il 19 ottobre come data per dare il via alla liquidazione ma è stata rinviata perché l’esperto estimatore, ovvero il perito nominato dal tribunale per determinare il valore delle proprietà, ha chiesto una proroga di tre mesi per depositare la relazione «in considerazione degli accertamenti da effettuare per dare risposta esauriente al quesito relativo alla regolarità urbanistico-edilizia dei beni da stimare».

La procedura per l’asta immobiliare prevede infatti che – assieme al luogo del ricordo del giovane militante di Democrazia Proletaria – vengano messi a disposizione dei possibili acquirenti anche altri sette lotti che comprendono tra l’altro un magazzino, la casa in cui vive lo stesso Giovanni Impastato, e alcuni terreni. Il contenzioso era cominciato nel dicembre del 2000: Veca, che all’epoca era uno dei responsabili della società di vigilanza gestito dalla sua famiglia, aveva firmato con Impastato un preliminare per l’acquisto di un immobile vicino alla vecchia stazione di Cinisi versando 420 milioni di vecchie lire, cioè l’intero valore dell’appartamento. Un attestato di fiducia verso «una persona che consideravo un amico e che, grazie alle sue conoscenze, mi aveva promesso di darmi una mano per ottenere qualche parte nel mondo del cinema», spiega Veca che già nel film I Cento Passi aveva interpretato il braccio destro di don Tano Badalamenti, il boss di Cinisi che aveva ordinato l’omicidio di Peppino.

Il rogito notarile per concludere l’affare venne rinviato per sette anni fino a quando «Giovanni mi comunicò che la casa era coperta da un’ipoteca – racconta Veca – e che quindi mi avrebbe rimborsato l’intera somma. Cosa che però non è mai avvenuta, mi ha restituito solo una parte dei soldi, circa 79 mila euro, e poi mi ha consegnato alcuni assegni che purtroppo sono tornati indietro non pagati». Anche perché, in quel momento, Impastato stava affrontando molte spese per la ristrutturazione della sua pizzeria  e per tre cause di lavoro perse contro ex dipendenti. Ed è a questo punto che Veca capisce che ci sono poche possibilità di riavere i propri soldi, quindi fa causa e la vince.