Anno Zero. Cassazione, inammissibili 14 ricorsi. Rinviate in appello altre 12 posizioni

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I ricorsi dei 14 imputati condannati il 28 ottobre 2021 dalla Corte d’appello di Palermo nell’ambito dell’indagine antimafia «Annozero», sono inammissibili. Lo ha deciso la Cassazione. Nell’operazione del 19 aprile 2018 erano rimasti coinvolti numerosi presunti mafiosi fra i quali anche due cognati del boss Matteo Messina Denaro, e «fiancheggiatori» di Cosa Nostra nella valle belicina. Con la stessa sentenza la suprema Corte ha annullato con rinvio le posizioni di altri 12 imputati, limitatamente ad alcuni reati e aggravanti. Le indagini, che a suo tempo fecero emergere anche l’interesse del clan nel settore delle scommesse online, sono state condotte dai carabinieri e dalla Dia di Trapani.

La sentenza di secondo grado aveva sostanzialmente confermato, seppur con una serie di riduzioni di pena, quella emessa, l’11 novembre 2019, dal gup di Palermo Cristina Lo Bue nel processo celebrato col rito abbreviato. Il giudice aveva complessivamente inflitto 143 anni di carcere. La pena più severa (19 anni e 4 mesi di carcere) fu per Vincenzo La Cascia, 75enne di Campobello di Mazara al quale, in secondo grado, la condanna venne ridotta di quasi sette anni. In appello, inoltre, ridotta (da 18 anni a 14 anni 10 mesi) anche la pena per Raffaele Urso, 64 anni, anche lui campobellese. Entrambi sono considerati due boss di primo livello negli organigrammi di Cosa Nostra belicina. Condannati in appello anche Nicola Accardo, il capomafia di Partanna, il campobellese Filippo Dell’Aquila, un altro partannese, Antonino Triolo, i castelvetranesi Giuseppe Paolo Bongiorno, Giuseppe Tilotta, Calogero Guarino e Leonardo Milazzo. Condannati fra gli altri anche il campobellese Andrea Valenti e il mazarese Angelo Greco. I giudici d’appello hanno emesso una pena pure ai danni di un imprenditore edile, Giuseppe Rizzuto di Castelvetrano, assolto in primo grado e condannato poi a 6 mesi. Per quest’ultimo e per altri la Cassazione ha adesso annullato la sentenza rinviando a un nuovo giudizio da parte di una diversa sezione di Corte d’appello.