Hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato una pensionata di 72 anni di Castellammare del Golfo e un alcamese di 53 anni entrambi imputati di tentato omicidio in concorso, La donna G.N. avrebbe assoldato l’alcamese L.P. per fare uccidere il figlio, nullafacente, del quale non sopportava più vessazioni, offese, tentativi di aggressione. Una convivenza che sarebbe diventata impossibile col figlio che, fra l’altro, le chiedeva spesso denaro. La pensionata non ce l’ha più fatta e avrebbe chiesto a un conoscente di intervenire, anche in maniera drastica. L’uomo, di fronte alla richiesta dell’omicidio, pervenuta più volte, ha informato la polizia, che ha condotto le indagini, Il telefono della donna, invalida al 100%, è così finito sotto intercettazione. Gli investigatori hanno così conosciuto la vicenda e presentato rapporto con denunce alla Procura della Repubblica, Ieri dinanzi al Gup è stata celebrata l’udienza preliminare. Gli avvocati della donna Vito Coppola e Domenico Grassa così come quello dell’alcamese Mario Sanacore hanno chiesto il rito abbreviato, L’udienza è stata rinviata al prossimo tre luglio. Entrambi gli imputati rispondono di tentato omicidio in concorso e va sottolineato che l’alcamese è la seconda persona alla quale la donna si è rivolta per uccidere il figlio. I difensori sosterranno la tesi che non è stata prodotta alcuna azione per portare a termine l’omicidio e che nemmeno dalle intercettazioni verrebbero fuori condotte che avrebbero effettivamente avviato le procedure per mettere a segno il reato. Secondo la procura la 73enne castellammarese avrebbe promesso denaro al sicario informandolo anche, per far fuori il figlio convivente di 52 anni, su orari e abitudini di quest’ultimo. Secondo le indagini della polizia la donna avrebbe anche fornito all’alcamese le modalità con cui l’omicidio sarebbe dovuto avvenire in base alla corporatura del figlio.