Catasto aree percorse dai fuochi. Anche Alcamo in grave ritardo

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La legge regionale risale a più di vent’anni fa mentre l’apposita ordinanza è del 2006. Da allora sono trascorsi 15 anni ma molti comuni della Sicilia non si sono ancora messi in regola con il catasto delle aree percorse dai fuochi. Castellammare del Golfo ha varato l’importante strumento un paio di mesi fa mentre Alcamo ancora non lo ha fatto. Una dimenticanza che riguarda tanti comuni isolani e che ha attraversato ben quattro amministrazioni, quelle di Scala, Bonventre, commissario Arnone e Surdi. Si tratta di un censimento dei soprassuoli già percorsi dal fuoco con elaborati predisposti dal settore urbanistica.

Il nuovo comandante dei vigili urbani, Ignazio Bacile, ha segnalato la carenza all’ufficio di gabinetto del sindaco che ha messo in moto l’ufficio tecnico comunale. Finalmente è cominciato l’iter per arrivare al catasto delle aree percorse dai fuochi.  Lo strumento serve ad evitare possibili speculazioni nelle zone che hanno subito incendi. Fissati infatti precisi divieti.

Per almeno 15 anni le aree interessate dal fuoco non potranno avere una destinazione urbanistica diversa da quella preesistente all’incendio. Alcuni atti di compravendita dei terreni possono essere dichiarati nulli. Inoltre il catasto avvia anche i divieti, per 10 anni, di realizzare edifici o strutture per insediamenti civili e attività produttive ma anche di pascolo e caccia. Infine, per 5 anni, niente attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale con risorse finanziarie pubbliche. Una delle tante leggi regionali interessanti che però vengono applicate poco o che, addirittura, vengono ignorate dai comuni, come ad esempio quello di Alcamo.

Norme in grado di scoraggiare chi, per interessi economici personali, potrebbe pensare di vestire i pani de piromani. Se però il catasto delle aree percorse dai fuochi non viene approvato, attenzioni e divieti contenti nella legge diventano di impossibile applicazione.