Castello di Calatubo: la diatriba Bonventre-M5S e la soluzione di MODi

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“Occorre precisare alcuni aspetti della vicenda”: il deputato all’Ars Valentina Palmeri risponde al Sindaco Bonventre, in merito alla questione del Castello di Calatubo. Premettendo di essere “perfettamente a conoscenza della nota inviata dal Sindaco lo scorso 3 febbraio all’Assessorato Regionale Beni Culturali per chiedere la riallocazione delle somme PO FESR 2007/2013 destinate al Castello di Calatubo”, rimarca “l’impossibilità di riallocare i predetti fondi poiché tale programmazione è stata chiusa e non vi è alcuna disponibilità finanziaria, dunque la nota da lui inviata all’assessorato non produrrà alcun effetto concreto, quindi – esorta Valentina Palmeri – la smetta di continuare a mentire riguardo a questa vicenda: il Castello non è più finanziabile con la programmazione 2007/2013”. In seconda battuta il deputato pentastellato evidenzia di non aver “mai affermato che l’attuale amministrazione non si sia impegnata per il Castello di Calatubo: la finestra sui fondi disponibili per finanziare il Castello, infatti, si è chiusa nel 2011, periodo nel quale era presente un’altra amministrazione, di cui peraltro – continua Palmeri – il Sindaco ne è in perfetta continuità”. Infine il deputato regionale non perde l’occasione per sollecitare ancora una volta le dimissioni del primo cittadino, affermando “invece di fare a tempo pieno quello per cui è stato eletto, ha continuato a svolgere il suo vecchio lavoro di medico e professore, non amministrando di fatto la città e facendola piombare in un periodo di assenza politica che Alcamo probabilmente non ha mai avuto negli ultimi 50 anni” e conclude: “La città di Alcamo di fatto ha avuto negli ultimi 2 anni un Sindaco part-time che ha già cambiato ben 9 assessori, tra cui peraltro anche quello alla cultura, quindi, anch’io voglio fare un caloroso invito al Sindaco: si ponga in aspettativa ed inizi, anche in notevole ritardo, a fare il Sindaco a tempo pieno, altrimenti è meglio che si dimetta e liberi Alcamo dalla sua presenza!” Adesso sulla questione del mancato restauro del Castello di Calatubo e sulla riposta di Bonventre al M5S, interviene anche l’associazione Modi, che amplia, anzi, il centro della discussione: “Rimane infatti ancora legittimo chiedersi – afferma il presidente Antonino Vallone – come mai altre opere pubbliche contenute nell’elenco che ha riportato nella sua risposta come la cittadella dei giovani e il centro di raccolta, siano o in fase di realizzazione o addirittura completate, mentre il restauro del castello invece no?”; ma allo stesso tempo MODi tenta di trovare la soluzione da un’altra parte, spostando per un attimo l’attenzione su un altro progetto inserito nell’elenco, che non esita a definire “assurdo”: “la costruzione di un enorme Anfiteatro da ubicare in un sito di grandissimo valore storico e geologico, come le ex Cave orto di Ballo, dove sono stati trovati e ci sono ancora reperti fossili unici, come il famoso elefante nano e uova di tartaruga”. Un progetto che prevede, inoltre, migliaia di posti a sedere ma nessun parcheggio: “un’opera pubblica che ha seri rischi, se realizzata, – afferma MODi – di diventare una ennesima ‘cattedrale nel deserto’ al solo scopo di far arrivare fondi pubblici in città”. Modi riferisce che lo stesso sindaco, durante l’incontro pubblico del bilancio partecipato “non ha escluso di chiedere all’Assessore regionale ai Beni Culturali che i 5 milioni di euro per l’Anfiteatro possano essere stornati a favore del restauro del Castello di Calatubo”. Una riconsiderazione del sindaco sul progetto iniziale che MODi appoggia pienamente dichiarandosi disposta ad affiancarvi una petizione popolare per rendere noto all’Assessore ai Beni Culturali quale sia la volontà degli alcamesi.

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