Castellammare, la piazza dedicata ad Almirante, è scontro

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“Fascista, repubblichino e fucilatore di partigiani”. La definizione di Giorgio Almirante apparsa nella piazza che porta il nome del leader storico del Movimento sociale italiano a Castellammare del Golfo, manda su tutte le furiee Giorgia Meloni e viene rivendicata da “Fare Ala”, che con il collettivo letterario Wu Ming ha avviato dall’anno scorso una “guerriglia odonomastica”, cioè performance per segnalare le strade e le piazze intitolate ai gerarchi fascisti o agli esponenti del post-fascismo. L’anno scorso la prima iniziativa aveva riguardato le vie di Palermo, allora alle prese con la biennale d’arte contemporanea Manifesta. Stavolta la “guerriglia odonomastica” si è spostata a Castellammare del Golfo: prima, a luglio, accanto al suo nome è apparsa la scritta “segretario di redazione della rivista ‘La difesa della razza’ (1938-1942)”, poi – dopo la cancellazione – venerdì sera è arrivato un rilancio, appunto con l’accusa di essere stato un “fascista, repubblichino e fucilatore di partigiani”. Questa volta l’azione è stata segnalata a Giorgia Meloni la quale afferma: “Ancora atti vandalici dei soliti imbecilli contro il padre della Destra italiana Giorgio Almirante, questa volta a Castellammare – ha scritto la leader di Fratelli d’Italia – Ma si mettano l’animo in pace: non riusciranno mai a scalfire il ricordo di questo grandissimo patriota”. L’azione è stata rivendicata da Fare Ala. “La nostra azione di guerriglia odonomastica, pensata insieme a Wu Ming2, si è concentrata all’inizio su un intervento che ci ha portato ad aggiungere delle informazioni rispetto alla targa riportante il nome di Giorgio Almirante, figura a cui è intitolata un’intera piazza – dice il portavoce del collettivo Luca Cinquemani – Almirante fu un fascista in quanto aderì con fervore al regime, un repubblichino in quanto aveva un ruolo importante all’interno della repubblica di Salò e un fucilatore di partigiani. Ci sono documenti ufficiali che lo confermano”. E sul fascismo mai abbassare la guardia e oggi più che mai perché oggi in Italia si registra la pericolosa deriva verso un regime autoritario, ma gli anticorpi della democrazia riusciranno a fermare leader che non nascondono atteggiamenti di ducetti.