Castellammare del Golfo, turbativa ed estorsione ad un’asta giudiziaria: condannati padre e figlio

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2012

Quattro e due mesi ciascuno per Giuseppe e Pietro Pace, padre e figlio di Castellammare del Golfo. Sono stati condannati in abbreviato in primo grado dal tribunale di Trapani con l’accusa di turbativa d’asta ed estorsione. Hanno retto le accuse nei loro confronti: sono finiti alla sbarra nel 2017 per aver minacciato madre e figlio, Lucia D’Angelo e Leonardo Candela, la cui “colpa” era stata quella di aver tentato di acquistare una villetta finita ad un’asta giudiziaria e che era di proprietà dei Pace. Le pene sono state comunque più lievi rispetto a quanto aveva invece chiesto nella sua requisitoria il pubblico ministero: per Giuseppe Pace, 69 anni, erano stati invocati 5 anni e 9 mesi, mentre per il figlio 5 anni e un mese. Secondo le indagini, che furono condotte dai carabinieri, madre e figlio furono minacciati di morte e letteralmente perseguitati per impedirgli di acquistare la villetta che si trova in zona Fraginesi. In pratica i due Pace volevano rimpossessarsi di quell’immobile che per vicissitudini personali era finito ad un’asta giudiziaria. Per le vittime l’inferno ebbe inizio quando si presentarono all’asta e avanzarono un’offerta, aggiudicandosi quell’immobile il 12 maggio del 2017. Da quel giorno i due venivano avvicinati più volte dagli ex proprietari con il chiaro intento di intimorirli a tal punto da farli desistere dall’acquisto. Dopo varie minacce verbali sono passati alle vie di fatto, facendo giungere in casa della donna 8 cartucce per fucile da caccia. A quel punto le vittime hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri raccontando tutto. Ai due imputati è stata anche inflitta una multa da 3 mila e 400 euro e una provvisionale assegnata alle parti civili, per l’appunto le due vittime madre e figlio, di 15 mila euro, difesi dall’avvocato Giuseppe Mannina.