Castellammare del Golfo-Tassa rifiuti, nuove tariffe bocciate: Comune inguaiato

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No all’adeguamento delle tariffe della tassa sui rifiuti e alle modifiche al regolamento. Anche di fronte a questa materia i 10 consiglieri di opposizione a Castellammare del Golfo non hanno avuto “pietà” del governo cittadino guidato dal sindaco Nicola Coppola che ora si ritrova inguaiato non solo politicamente ma anche normativamente. Cosa succede adesso che le nuova tariffe sono state bocciate? Era previsto un aumento da spalmare sulle bollette di circa mezzo milione di euro, aggravio dovuto al mancato adeguamento del piano finanziario da parte dell’Ato in quanto la delibera è stata impugnata da alcuni soci, e che prevedeva un taglio dei costi a carico del Comune castellammarese, e per un aumento dei costi di conferimento in discarica. Con la bocciatura tecnicamente rimangono in vigore le vecchie tariffe e quindi si verrà a verificare in bilancio un buco da mezzo milione di euro. Di contro la legge in materia di tributi è chiara e recita che i costi del servizio devono essere interamente coperti dai cittadini. Un vero e proprio rebus al quale in questo momento non sanno rispondere nemmeno dal palazzo di città: “Stiamo studiando la questione sul piano tecnico e normativo” afferma l’assessore al Bilancio Salvo Bologna. Risposta alquanto diplomatica per non dire che al momento c’è solo una gran confusione al Comune. “Questi aumenti potevano essere evitati applicando delle economie e quindi rimodulando le tariffe” è stata sostanzialmente la tesi di un pò tutti e 10 i consiglieri che si sono detti contrari all’adeguamento tariffario. Aumenti medi, tra utenze domestiche e non, che sarebbero stati di circa il 12 per cento ripartiti attraverso un calcolo di coefficienti che avrebbe evitato per alcune categorie aumenti sino al 100 per cento. Per le famiglie erano previste bollette che si aggiravano in media dalle 182 euro per una famiglia con un solo componente ad oltre 400 euro per 6 o più componenti, per un gettito totale di 2 milioni e 800 mila euro; per le utenze non domestiche la forbice compresa era tra i 27 euro metro quadro per i banchi di mercato a 1 euro e 28 centesimi per i locali adibiti ad uso agricolo, per un gettito di un milione e 200 mila euro. Non è passato neanche il regolamento che prevedeva alcune agevolazioni tariffarie, quasi tutte di piccolo conto eccezion fatta per il comodato d’uso previsto da padre in figlio e viceversa che garantiva in questo modo la possibilità di applicare tariffe come se fosse una prima casa. In questo caso l’opposizione ha ritenuto inutile il provvedimento dal momento che il comodato d’uso ha comunque un suo costo per la registrazione del contratto di utilizzo dell’abitazione. “Anch’io in passato sono stato tra i banchi dell’opposizione – sottolinea amareggiato il presidente del consiglio Mimmo Bucca – e ho sempre fatto un’opposizione costruttiva. Semmai i provvedimenti si emendavano e non si bocciavano congelando di fatto un’attività burocratico-amministrativa. Il tutto a discapito dei cittadini”.