Castellammare del Golfo: strage Tunisi, parlano i “sopravvissuti”

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Vanessa Caroddo sembra avere il volto ancora segnato da quella terribile esperienza vissuta al museo del Bardo di Tunisi, attaccato da una frangia di terroristi che ha ucciso 22 persone. Quella crociera, sogno di una famiglia castellammarese rincorso da tempo, è ancora oggi un incubo anche se sono tornati sani e salvi nella loro abitazione alla periferia del paese. A portare il suo sostegno il sindaco Nicola Coppola che questa mattina ha voluto conoscere di persona la famiglia che ha vissuto quei momenti terribili. Un gesto simbolico e d’affetto che il primo cittadino ha voluto dare alla famiglia Caroddo.

Con loro c’erano anche altre famiglie del paese: 12 in tutto i castellammaresi che solo per una pura coincidenza sono riusciti a sfuggire alla morte. Stavano infatti per entrare al museo quando, pochi minuti prima del loro ingresso, hanno cominciato a sentire urla, spari e la disperazione della gente che scappava. A quel punto sono rientrati in taxi e sono andati via. Da quel momento la loro vacanza è finita ed è cominciato l’incubo: nulla sarà come prima dopo questa terribile esperienza costellata anche dalla delusione di non avere sentito vicino le istituzioni.

Questa mattina il primo cittadino ha parlato con la famiglia, strappando anche qualche sorriso, quasi nel tentativo di volere anche solo per un attimo cancellare quei terribili attimi impressi nella mente. Oggi proprio la provincia di Trapani si ritiene possa essere uno dei territori ad altissimo rischio di incursioni terroristiche: secondo la Procura di Palermo ci sarebbero cellule dell’Isis, la terribile organizzazione terroristica islamica, che si infiltrerebbero tra gli immigrati che affrontano i loro viaggi clandestini. Proprio le coste trapanesi sono tra quelle che subiscono il maggior numero di sbarchi. Il primo cittadino però respinge questa ipotesi.

Per le famiglie castellammaresi che si trovano su quella nave da crociera diretta al museo del Bardo la paura è ancora palpabile, i visi ancora sconvolti.