Casolare ‘conteso’ a Cinisi. Tribunale nomina CTU per somme a Badalamenti

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Il comune di Cinisi potrebbe mantenere la proprietà di ‘Casa Felicia’, il casolare simbolo della lotta alla mafia, dove venne trucidato Peppino Impastato. Con un’ordinanza verbalizzata in Corte d’Assise è stata infatti fissata al 22 luglio l’udienza per la nomina di un consulente tecnico d’ufficio che dovrà determinare l’importo della «restituzione per equivalente» al proprietario del bene, il figlio di don Tano, Leonardo Badalamenti. Ne ha dato notizia il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo. In sostanza, nel ricorso, il Comune aveva fatto riferimento a una legge che consente di mantenere il possesso di beni di interesse pubblico, ripagando l’antico proprietario del valore catastale.

I legali del proprietario dell’immobile Leonardo Badalamenti, che quando viveva in Brasile si faceva chiamare Carlos Massetti, avevano invece rilevato l’inammissibilità della richiesta avanzata dal Comune. Il figlio di don Tano, secondo quanto stabilito dal tribunale, avrebbe la proprietà su quel casolare perché, a causa di un errore dell’ufficio tecnico comunale, la particella catastale interessata non venne inserita tra quelle confiscate. “Nei fatti – dice il sindaco Palazzolo  – con la nomina del Ctu, la Corte implicitamente si è pronunciata sulla ammissibilità della nostra richiesta.

Mi sento di dire che il bene rimarrà certamente al Comune di Cinisi, fermo restando, chiaramente, l’equivalente da corrispondere a Badalamenti e sul quale proseguirà l’iter giudiziario”. Casa Felicia rappresenta certamente un’importante tappa del percorso di memoria e impegno contro mafia e oppressione. Sarebbe davvero un paradosso che ritornasse nelle mani di Leonardo Badalamenti, il figlio di Don Tano, il vecchio patriarca condannato all’ergastolo, nel 2002, per l’uccisone di Peppino Impastato.