‘Casa Memoria’ pignorata, ‘lite’ Impastato – Veca. Salvataggio della Regione?

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La casa in cui viveva Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978, e divenuta poi ‘Casa Memoria’ e quindi uno dei simboli della legalità, è stata pignorata per un provvedimento del tribunale Civile divenuto esecutivo. Sull’immobile, infatti, pesa per un debito di 130 mila euro contratto dal fratello di Peppino, Giovanni Impastato, nei confronti dell’attore e cabarettista Dario Veca, da diversi anni residente a Partinico.

La sentenza emessa dal giudice Antonia Giardina è oramai definitiva. Dario Veca  nel dicembre del 2000 firmò un preliminare per l’acquisto di un immobile, versando  420 milioni di vecchie lire a Giovanni Impastato. Dopo 7 anni, il fratello di Peppino comunicò a Veca di non poter procedere al rogito a causa di una ipoteca sull’immobile. Nel corso degli anni, Impastato restituì poco più di 79 mila euro mentre il resto venne coperto da assegni che risultarono poi scoperti. Dario Veca fece quindi pignorare i beni di Impastato e quindi anche l’immobile di “Casa Memoria”, ricevuta da Giovanni in eredità dopo la morte della madre, Felicia Bartolotta. ‘Casa Memoria’, visto che si tratta di un procedimento civile, non rischia alcun sequestro e potrà così continuare ad ospitare le varie attività frequentate da associazioni e studenti di diversi comuni siciliani e anche di altre parti d’Italia. Un bene quindi che rappresenta la legalità e che è stato pignorato per vicende poco legali.

La matassa potrebbe essere sbrogliata dalla Regione che ha dichiarato di essere disponibile ad esercitare il diritto di prelazione, acquistando ‘Casa Memoria’ e quindi riuscendo così a poter pagare Dario Veca quale creditore di Giovanni Impastato. Sullo sfondo ci sarebbe anche un altro aspetto. Impastato avrebbe avanzato una denuncia contro Veca per usura ma le indagini non sarebbero approdate a nulla.