Canalotto: “notevole massa di liquami in mare ad elevata contaminazione fecale”. Terribili le analisi dell’ARPA

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Un enorme apporto di liquami che presentano un’elevata contaminazione di tipo fecale. E’ questo il preoccupante responso sulla vasta macchia scura riversatasi in mare, attraverso il torrente Canalotto, ad Alcamo Marina, venerdì scorso. I risultati delle analisi dei campioni prelevati dalla sezione territoriale dell’ARPA di Trapani non lasciano scampo, campioni che sono caratterizzati da una notevole presenza di fanghi sulla natura dei quali, probabilmente, l’agenzia regionale per l’ambiente andrà avanti.

In altre occasioni, specialmente quando arrivano le prime piogge estive, si sono verificati episodi simili ma assolutamente più circoscritti. Lo hanno riferito gli stessi operatori dell’ARPA ricordando come qualche anno fa, a causa di una bomba d’acqua davvero esagerata, dal torrente Canalotto si riversarono in mare anche liquami fognari. La quantità d’acqua però caduta sulla città, fra l’altro nemmeno in tutte le zone, nel pomeriggio del 30 agosto, non può giustificare le dimensioni della massa di liquami pervenuta nel mare alcamese. A questo punto potremmo essere di fronte a una piccola bomba ecologica sulle cui cause bisognerebbe intervenire immediatamente per evitare che si ripeta.

Alla luce dell’ammontare dei liquami vengono sconfessare, fin da ora, le ipotesi di scarichi abusivi e diretti nel torrente o di scorrettezze commesse dagli autospurgo. Probabilmente siamo invece di fronte a un vasto e preoccupante guasto al depuratore comunale di vallone Nuccio oppure addirittura alla rottura di un grosso collettore fognario. Se l’uno o l’latro lo potrà dire il proseguimento delle analisi alla notevole presenza di fanghi giunti nel mare di Alcamo Marina assieme ai liquami di tipo fecale. All’indomani dell’evento il sindaco di Alcamo aveva dichiarato che “dalle prime informazioni assunte non risulterebbero anomalie al depuratore”. Lo stesso Surdi aveva aggiunto che l’inquietante e maleodorante macchia scura trasportata dal torrente Canalotto “sia sta prodotta dalle prime piogge”. La tesi dei tecnici dell’ARPA e il risultato delle prime analisi, però, vanno in tutt’altra direzione.