Campobello, sullo scioglimento per mafia la parola al Ministero

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    A Campobello di Mazara il lavoro degli ispettori è terminato: è durata quattro mesi l’attività di ispezione della Commissione, nominata dal Prefetto Marilisa Magno, durante i quali sono stati spulciati ed esaminati tutti gli atti amministrativi all’interno del Comune.

    Ora rimane solo la decisione finale: sciogliere o meno il Comune per inquinamento mafioso. Decisione che spetterà al Ministero dell’Interno.

    Gli ispettori sono arrivati a Campobello il 27 dicembre, 11 giorni dopo l’ennesima operazione antimafia nel comune belicino, “Campus belli”. Vennero emesse undici ordinanze di custodia cautelare che decapitarono la famiglia mafiosa campobellese vicina al super latitante Matteo Messina Denaro. In manette finì anche il sindaco Ciro Caravà, con un’accusa particolarmente pesante: organico al clan. Eletto per la prima volta nel 2006, Ciro Caravà si riconfermò primo cittadino di Campobello nel maggio 2011. Dalle indagini emergerebbero a carico di Caravà appalti pubblici alle aziende legate ai boss, biglietti aerei alle famiglie dei mafiosi, ed altro ancora.

    Intanto resta in carcere, dopo che anche la Corte di Cassazione ha rifiutato la richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi legali. Resta in carcere e non si dimette, a tutti gli effetti è ancora sindaco, anche se sospeso dal Prefetto.

    Il Comune oggi è commissariato dalla Regione dopo le dimissioni di giunta e consiglio. Proprio per la delicata fase di ispezione e di accertamento dell’inquinamento mafioso si è deciso di non tornare alle urne per eleggere la nuova amministrazione. I campobellesi dovranno quindi, ancora aspettare, per tornare a votare, il responso del Ministero dell’interno. Ma stavolta lo scioglimento del Comune sembra essere molto vicino.