Calatubo, castello e ‘cuba’ dimenticati dal comune di Alcamo. Volontari evitano il degrado

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Quel castello, la vecchia e imponente roccaforte che sorge al confine fra i territori di Alcamo, Partinico e Balestrate, sembra una loro proprietà personale e non, invece, del comune di Alcamo. L’antico maniero, che viene sottratto al degrado certo dai volontari dell’associazione ‘Salviamo il Castello di Calatubo’, sembra essere costantemente dimenticato dalla giunta Surdi. Qualche timido segnale di interesse arrivò, con il secondo mandato, da parte dell’assessore Caterina Camarda ma poi, nuovamente, una totale immersione nel disinteresse. E questo nonostante il castello venga presentato, ogni anno, a Milano alla BIT, la borsa internazionale del turismo.

Innanzitutto la roccaforte non ha alcuna indicazione stradale. Nessun cartello e l’unico che c’è, lungo la strada interprovinciale di piano Sasi, è per giunta fuorviante perché disposto in maniera poco corretta. Fra l’altro i vari GPS e google maps presenti sul web danno percorsi errati che portano i visitatori altrove. Nei pressi del castello di Calatubo e lungo la strada di accesso costante e puntuale è invece il lavoro dell’associazione. Tanti volontari, guidati dai vertici Stefano Catalano e Maria Rimi, provvedono costantemente alla rimozione di rovi e sterpaglie. Hanno più volte chiesto l’intervento della squadra del verde pubblico del comune di Alcamo. Operai che però non sono mai arrivati su quella rocca.

La stessa associazione è sempre presente anche per accogliere scolaresche, gruppi di turisti e amanti del trekking. Recentemente sono stati ultimati i lavori, finanziati dal GAL, che hanno recuperato la Torre ‘di lu re Biddicchiu’, parte dell’atrio e consentito l’illuminazione artistica di due soli lati dei quattro del maniero trecentesco. L’associazione ha anche ottenuto per 15 anni la concessione dei terreni in cui dovrebbe sorgere un’antichissima necropoli elima. Qui si spera che Regione e Università possano far partire la campagna di scavi. Nulla invece trapela su un grosso intervento del FLAG e sul relativo finanziamento da 10 milioni di euro che, già nel settembre scorso, erano alla firma al ministero del Sud con un contratto istituzionale di sviluppo.

Intanto l’associazione ‘Salviamo il castello di Calatubo’ opera alacremente anche in favore della ‘Cuba delle Rose’, abbeveratoio arabo fortemente legato all’antica roccaforte. I volontari hanno ripulito tempo fa l’area ed ora si occupano della manutenzione della Cuba e del roseto che vi hanno piantato in memoria della baronessa di Calatubo. Due splendidi luoghi resi presentabili dai volontari dell’associazione nell’assenza, quasi costante, dell’amministrazione comunale guidata da Domenico Surdi.