Durante l’Anno Santo, nel 2025, prenderà il via la causa diocesana di beatificazione di Manuel Foderà, il piccolo calatafimese ‘Guerriero della Luce’ morto per un tumore, morto il 20 luglio del 2010 ad appena 9 anni. L’annuncio è stato dato dal vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, nel corso della celebrazione, in Cattedrale, per l’apertura del Giubileo diocesano. “Perdere un figlio è un dolore incredibile – ha più volte detto il padre – ma grazie al suo esempio viviamo il dolore senza disperazione e nella fede”.
Manuel è nato il 21 giugno del 2001 a Calatafimi da papà Giuseppe, commerciante di tendaggi, e da mamma Enza Milana, rientrata in Sicilia dopo avere vissuto quasi vent’anni a Torino. Al bambino, dopo alcuni forti dolori accusati nel luglio del 2005, viene scoperto un tumore maligno alla testa con pressoché nessuna possibilità di guarigione. Al pianto, però, sopraggiungono presto l’accettazione e un’inspiegabile gioia. Manuel impara a conoscere Gesù e a condividerne la missione. «Gesù – diceva sempre – mi ha proclamato “guerriero della luce” per vincere il male e le tenebre del mondo». In un biglietto da visita scritto per i compagni di scuola, il giovanissimo bimbo calatafimese così scriveva: “Il mio viso è ovale, gli occhi sono castani e grandi. Ho una grande bocca sempre sorridente. Sono vivace, simpatico e scherzoso. Sono pieno di fantasia e ricco di iniziative”.
Un cammino doloroso ma pure molto gioioso, per il piccolo, che avverte presto la presenza di Gesù che con Manuel “parla” come intimo amico. Manuel si sottopone all’intervento per eliminare la massa tumorale, cui segue il primo di venti cicli di chemioterapia. Si lamenta, piange, vuole andare a giocare con i suoi coetanei, ma poi, qualche tempo dopo, accade qualcosa di “incredibile”: Manuel accetta le cure, diventa sereno e docile. Suor Prisca è la prima ad accorgersi del cambiamento: «Un bambino di quattro anni che conosce le Litanie, non l’avevo mai visto». Tante cose strane accaddero attorno a Manuel come quei giochi d’artificio non previsti e sparati non si sa da chi.
Il ‘Guerriero della Luce’, grazie al nullaosta del vescovo ricevette la prima comunione a soli sei anni e poi la Cresima un anno dopo. I dolori via via diventavano sempre più forti ma lui voleva assumere soltanto la tachipirina e al padre che lo esortava, arrabbiato, a prendere altro, diceva: “Ma lo hai capito o no che ho fatto un atto con Gesù?”. Il 21 giugno 2010, Manuel festeggiò il suo nono e ultimo compleanno e agli amici disse: «Gesù mi ha fatto che morirò a nove anni, che devo soffrire ancora un po’ per Lui”.