Bomba d’acqua, bilancio pesante. Sei milioni tra danni al patrimonio comunale ed emergenze

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La conta dei danni, ma anche il preventivo sulle emergenze da affrontare, risulta particolarmente impietoso. Saranno infatti necessari circa 6.000.000 di euro per ripristinare i luoghi flagellati dalla ‘bomba d’acqua’ di domenica scorsa, per rimettere in sesto il patrimonio comunale e per intervenire immediatamente al fine di evitare il ripetersi di situazioni simili.

Il lungo e dettagliato elenco é stato stilato dopo giorni di sopralluoghi da parte di tecnici comunali e protezione civile. Poi il comandante della polizia municipale, Ignazio Bacile, di concerto con il funzionario tecnico Antonino Renda, lo ha trasmesso al sindaco. Proprio Domenico Surdi, capo della protezione civile come tutti i primi cittadini, lo inoltrerà alla Regione per richiedere e ottenere le somme necessarie.

I luoghi da ripristinare sono rappresentati da quelle 4 o 5 zone critiche che, sia per conformazione morfologica del territorio ma anche per l’abusivismo, vengono puntualmente martoriate da tali eventi. Soprattutto quella depressione, piena di abitazioni, che sorge al confine con il torrente Canalotto e a poche decine di metri dall’inserzione tra la SP55 e la statale 187. Proprio qui il tumultuoso corso d’acqua ha causato danni notevolissimi.

La Regione ha già inserito Alcamo tra i comuni danneggiati dal maltempo e per i quali è stato chiesto lo stato di calamita naturale al governo romano. La parte del leone tra i 6 milioni certificati dagli uffici comunali, la dovrebbe fare proprio il torrente Canalotto con la pulizia dell’alveo e la sistemazione degli argini fin dal depuratore, in contrada Valle Nuccio, alle porte della cittadina, per arrivare a valle e quindi alla foce. Interventi possibili anche dalla piazza Ciullo e fino al Santuario.

I cambi climatici e il moltiplicarsi di tali fenomeni necessitano di corposi interventi di prevenzione. Il torrente Canalotto invece non soltanto da anni non riceve opere corpose (le ultime del Genio Civile nel 2018, nel tratto a monte) ed è quasi totalmente ostruito da detriti e canneti, ma deve anche fare i conti con alcune strettoia provocate da chi, o per muri di cinta delle case o per ampliamento dei parcheggi, si é pericolosamente affacciato sul corso d’acqua.