Blocco TIR, prime carenze per prodotti agricoli. Associazioni chiedono buon senso

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Cominciano a vedersi i primi effetti della protesta degli autotrasportatori che in Sicilia e nel Sud Italia stanno effettuando blocchi per protestare contro l’esagerato aumento del prezzo carburante. A svuotare ancor di più i supermercati, la corsa dei consumatori presi dal panico, come accadde già in occasione del lock-down, di rimanere senza viveri. Situazione che rischia di diventare drammatica soprattutto per i prodotti freschi dell’agricoltura che rischiano di deperire, andare a male ed essere quindi gettati. “Ben l’85% di tale merce viaggia sui strada, lo sciopero dei tir – denuncia Coldiretti – rischia quindi di provocare danni incalcolabili, dal campo alla tavola, con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all’industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione”.

“Pur condividendo le preoccupazioni e le ragioni degli autotrasportatori, strozzati come noi dal caro benzina, – hanno aggiunto  Cia, Confagricoltura, Consorzio Arancia Rossa di Sicilia e Fruitimprese- dobbiamo evitare che al danno dell’aumento spropositato delle tariffe energetiche si aggiunga la beffa della perdita di ingenti quantitativi di frutta e verdura già pronta per essere immessa sui mercati italiani ed esteri”.  “Riteniamo che la risposta all’aumento dei costi per il trasporto e per la produzione – si legge in una nota – non sia il blocco totale dell’economia che rischia di affossare l’intero comparto agricolo siciliano a tutto vantaggio dei nostri competitor italiani ed europei. Per questo motivo chiediamo un gesto di buonsenso agli autotrasportatori e una mediazione che porti allo sblocco della situazione in tempi brevi”. Stamattina intanto l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, ha ribadito che per fermare la protesta degli autotrasportatori siciliani, con blocco dei TIR già da due giorni, necessiti urgentemente un intervento risolutivo del governo Draghi.

“La Regione rimane al loro fianco, – ha detto Falcone – sposando anche le istanze di tutta la filiera dei produttori e dei committenti, piegati dall’aumento dei prezzi e dai disagi dovuti ai blocchi che si stanno estendendo a tutto il Sud Italia”. “Continueremo a cercare, anche con la nostra categoria nazionale – ha invece detto Salvatore Di Piazza, presidente regionale dell’Autotrasporto di Confartigianato Sicilia – un confronto con le istituzioni, tenendo aperto il dialogo con le imprese per trovare le soluzioni necessarie. Le imprese dell’autotrasporto sono state investite negli ultimi tempi da un ciclone spaventoso. Dall’aumento dei carburanti e fino ai costi delle autostrade e degli imbarchi”. In Sicilia sono quasi 6.500 le imprese del trasporto merci, di cui il 43% sono artigiane. Nell’arco dell’ultimo anno, il prezzo alla pompa del gasolio è rincarato del 20,7%.