Balestrate, commerciante minaccia di darsi fuoco

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BALESTRATE. La mancata apertura del porticciolo turistico in paese diventa motivo anche di grande tensione a livello sociale. Ieri mattina un commerciante ha minacciato di darsi fuoco all’interno del suo locale per evitare un pignoramento. Le sue difficoltà economiche sono sorte proprio in relazione alla prolungata chiusura dell’area portuale: nell’ottica propria dell’apertura di questa infrastruttura aveva deciso di investire tutto ciò che aveva per aprire un negozio di nautica. Ovviamente gli affari sono andati al tracollo e di diportisti neanche l’ombra dal momento che per l’appunto il porto non è mai entrato in funzione. Fortunatamente la situazione non è degenerata grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine che sono riuscite a far desistere dal disperato gesto l’esercente. Secondo la ricostruzione dei fatti ieri in mattinata si è recato l’ufficiale giudiziario presso questo negozio di vendita di prodotti di nautica per procedere al pignoramento come ordinato dall’autorità competente in seguito ad alcuni debiti arretrati che nel tempo si sono accumulati nei confronti del titolare dell’attività. Alla vista dell’ufficiale l’esercente si è barricato dentro e con un bidoncino pieno di benzina ha minacciato di darsi fuoco. Da qui è scattato subito l’allarme ai centralini delle forze dell’ordine che si sono recate sul posto per verificare la situazione. Sono stati momenti di grande panico perché il negoziante ad un certo punto ha cominciato a cospargere il negozio di liquido infiammabile brandendo un accendino tra le mani. A questo punto è cominciata la mediazione di polizia e carabinieri che hanno parlato con il commerciante convincendolo a desistere dal gesto. Non c’è stata, da parte dello stesso esercente, alcuna resistenza. Dopo un quarto d’ora ha deciso di aprire il negozio e di far entrare l’ufficiale giudiziario per procedere al pignoramento. “Su questo porto ho scommesso tutto – afferma il commerciante -: tratto esclusivamente articoli nautici e proprio per questo avevo chiesto al giudice del tribunale di Palermo che sta seguendo il mio caso una sospensiva sino all’apertura dell’infrastruttura. Mi rendo conto che si tratta di una richiesta inadeguata visto che si tratta di merce non pagata, ma la mia è stata una proposta più che altro provocatoria”. Il porto è pronto dal 2009 ma non è stato ancora consegnato dalla Regione alla società aggiudicataria per una serie di pastoie burocratiche, ultima delle quali la serie di ricorsi presentati per presunte irregolarità nell’affidamento del bando.

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