Aumento stipendi sindaco e assessori di Partinico, Rifondazione Comunista attacca duramente

0
355

“Se il Sindaco Rao pensa di mettere in piedi un gioco delle tre carte per nascondere l’imbarazzo dell’increscioso aumento dello stipendio deliberato dalla sua giunta ha certamente trovato in noi chi smaschera l’inganno”. Così comincia il duro attacco di Rifondazione Comunista al primo cittadino di Partinico che, con una recente delibera di giunta, ha adeguato il suo stipendio e a cascata quello di assessori e presidente del consiglio comunale, alla legge nazionale di bilancio del 2022. A partire dal nuovo anno la norma prevede che il sindaco Rao, a capo di un comune con più di 30.000 abitanti, possa ricevere un’indennità massima lorda, dal 2024, di 4.800 euro mensili contro il tetto precedente di 3.100. Il comune di Partinico ha quindi disposto un aumento in percentuale con le risorse assegnate dalla regione per il triennio 2023-2025. Si tratta  di adeguamento facoltativo al quale gli amministratori dei comuni possono rinunciare. E proprio per questa mancata rinuncia ha tuonato Rifondazione contro il sindaco di Partinico.

“Partiamo dal presupposto che innanzitutto sin dal primo giorno Rao ha disatteso una delle tante promesse fatta in campagna elettorale, ossia che avrebbe rinunciato al suo compenso da primo cittadino. Ma adesso siamo alla vergogna – dice Rifondazione. Il sindaco infatti sta facendo spendere 100 mila euro in più all’anno ai cittadini per aumentare i compensi suoi, dei suoi assessori e del Presidente del Consiglio. Proprio Rao – afferma il partito di opposizione –  che diceva in campagna elettorale che i soldi delle indennità sarebbero state utilizzate per aiutare le fasce deboli della città.  Rifondazione comunista, poi, prova a fare i conti in tasca al primo cittadino partinicese su ciò che dichiarava nella sua denuncia dei redditi, ovviamente pubblica in quanto adesso sindaco, ma a questo punto, – conclude Rifondazione – considerando quanto è stato solerte a rispondere alla contestazione da noi mossa sui 1150 euro (lordi) in più che ci costerà da ora in poi, ci aspettiamo un altrettanto celere riscontro alla nostra richiesta inviata via PEC e ancora senza risposta, affinché il Comune dia corso alla scadenza delle prescrizioni ambientali imposte alla distilleria Bertolino e chiuda così l’impianto come promesso. Insomma la battaglia dei comunisti a Pietro Rao è davvero a tutto campo.