Aumentano le aggressioni nei Pronto soccorsi, urla e insulti al Cervello di Palermo

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Era stanco di attendere, pretendeva di essere visitato subito. Non ha quindi esitato: è passato subito alle minacce, tra urla e insulti ha scatenato il caos nel reparto di Medicina interna dell’ospedale Cervello di Palermo, dove per l’ennesima volta è stato necessario l’arrivo dei carabinieri. Un medico è ancora una volta stato preso di mira da un paziente, i militari sono riusciti a placare gli animi e per l’uomo è scattata la denuncia. Stavolta non si è arrivati alla violenza fisica, ma la sanità continua a fare i conti con un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante.

Il recente protocollo di sicurezza siglato dal presidente della Regione Renato Schifani, dal prefetto Massimo Mariani e dall’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, proverà a contrastare gli episodi che continuano a mettere in difficoltà il personale sanitario delle strutture pubbliche e dei mezzi di soccorso. Previste la promozione di campagne istituzionali di comunicazione e l’installazione, nei punti di erogazione dei servizi sanitari e sui mezzi di soccorso, dei “Panic Button”, per richiedere l’immediato intervento al 112riportando i dati identificativi del mezzo o del luogo da cui arriva la chiamata. Negli ultimi mesi, i casi di violenza si sono tristemente ripetuti. Operatori del 118, medici e infermieri sono rimasti feriti dopo le aggressioni subite all’interno delle aree di emergenza o durante le operazioni di soccorso.

Da un anno a questa parte non è cambiato nulla, anzi, la situazione sembra peggiorare. Aggressioni sempre più frequenti in tutti gli ospedali palermitani e non solo. E non va meglio agli operatori del 118: “Noi cerchiamo di salvare delle vite – hanno detto dopo l’ennesimo attacco – ma non possiamo mettere a repentaglio le nostre ogni volta. Non vogliamo essere degli eroi, ma svolgere semplicemente il nostro lavoro”. Soccorritori  del 118 sempre più spesso aggrediti.