Fratelli d’Italia torna alla carica. Il partito della Meloni ha chiesto che l’assemblea regionale voti con procedura d’urgenza la leggina che salverebbe 4 deputati dal ricorso pendente contro di loro per dichiararne l’ineleggibilità. Si tratta di una norma che era stata inserita nel testo delle variazioni di bilancio approvato all’Ars la scorsa settimana. Ed è stata poi stralciata proprio per via delle polemiche nate anche all’interno della stessa maggioranza di governo. Sfruttando il meccanismo della interpretazione autentica, questa norma avrebbe corretto retroattivamente l’obbligo di dimettersi da cariche pubbliche prima delle elezioni regionali. Un obbligo che, secondo i ricorsi ancora pendenti, non avrebbero rispettato quattro deputati tra cui il e Niola Catania. Ora superata la legge di variazioni di bilancio, Fratelli d’Italia è tornata alla carica per evitare di perdere alcuni deputati, visto che non tutti i primi dei non eletti nel 2022 sono poi rimasti in FdI.
Quello che la settimana scorsa era un emendamento oggi è diventato un disegno di legge autonomo. E ha iniziato il suo iter in commissione Affari Istituzionali. Giorgio Assenza leader all’Ars di FdI, ha chiesto che questa norma venga messa ai voti subito, prima della Finanziaria, ma in commissione Lega, Dc e anche Pd esprimono dubbi sull’accelerazione. Nicola Catania, ex sindaco di Partanna ha presentato, lo scorso giugno, appello contro l’ordinanza del Tribunale di Palermo che lo ha dichiarato ineleggibile su ricorso avanzato da Giuseppe Bica, ex sindaco di Custonaci, per il seggio di Fratelli d’Italia per la provincia di Trapani all’ARS. Catania rimane quindi in carica come deputato regionale per la sospensiva che automaticamente scatta con il ricorso in appello, fissato per il mese entrante. A quel punto la decisione su Bica e Catania diventerà esecutiva a prescindere dall’eventuale ricorso in Cassazione. Ma Catania spera di non arrivare a tanto.