Ars, bufera giudiziaria. 97 avvisi di garanzia a deputati e collaboratori

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Si farebbe prima a dire quanti e chi sono quelli che non sono indagati. L’inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dal Procuratore Aggiunto Leonardo Agueci

e i sostituti Maurizio Agnello, Luca Battinieri e Sergio Demnontis iniziata nel 2012 ha portato a 84 avvisi di garanzia per parlamentari dell’Ars e 14 tra dipendenti e consulenti dei gruppi dell’Ars. Un vero terremoto giudiziario e l’approvazione della finanziaria di stanotte passa in pratica in secondo piano.

Gli indagati, a vario titolo e per diverse situazioni, secondo la Procura, si facevano rimborsare di tutto, dai fumetti Diabolik ai pranzi e cene nei ristoranti,

consumazioni ai bar e caffetterie vari  ma anche acquisti come quello di un iPad,   pasta fresca, abbigliamento, articoli da profumeria, ottica, lavanderia e  anche addiruttura la revisione di un motociclo personale.

Per tutti a vario titolo l’accusa è di peculato. La Guardia di Finanza ha visionato migliaia di fogli di documentazione in merito alle spese dei gruppi della scorsa legislatura e di quella ancora precedente accertando che i fondi assegnati per spese di segreteria sarebbero stati impiegati per spese personali.

Tra gli indagati Davide Faraone, responsabile del Welfare della segreteria nazionale del PD, l’ex presidente Francesco Cascio e l’ex Presidente Raffaele Lombardo ma tra gli altri ci sono anche Gaspare Vitrano, Antonello Cracolici, Giuseppe Lupo, Cateno De Luca, Nino Dina, Giovanni Ardizzone. Molti hanno detto che chiariranno davanti ai giudici, che hanno fiducia nella magistratura.

Ben 52,9 milioni il budget gestito dai gruppi parlamentari nella scorsa legislatura finito sotto le indagini della Procura di Palermo. Tra gli indagati quelli in provincia di Trapani sono l’ex sindaco di Alcamo Massimo Ferrara, Bernardo Mattarella, Paolo Ruggirello, Giulia Adamo, Livio Marrocco, Baldo Gucciardi, Camillo Oddo, Toni Scilla.