Altro attacco libico ai pescherecci mazaresi. Comandante ferito lievemente

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“Sto bene, non preoccuparti”. Così Alessandro Giacalone, in una brevissima telefonata, per rassicurare il figlio, che è anche armatore del peschereccio attaccato dai libici, e confermare che presto sarà a Mazara del Vallo con tutto il suo equipaggio. Il comandante del motopesca Aliseo era rimasto ferito al braccio e alla testa ieri per i colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia Costiera libica, quella che appartiene al governo riconosciuto dai paesi democratici e non all’organizzazione del generale Haftar. Il mazarese Alessandro Giacalone, colpito ieri, è stato soccorso a bordo dai medici della fregata Libeccio della Marina Militare.

L’esperto pescatore ha raccontato che i colpi di arma da fuoco sono stati sparati ad altezza d’uomo mentre la Marina libica, che controlla la Guardia costiera, smentisce di aver sparato “contro” pescherecci italiani ma di avere esploso “colpi di avvertimento in aria. Erano 3 i pescherecci che si trovavano in una zona definita “ad alto rischio”, 35 miglia a nord della costa di Al Kums, e verso i quali una motovedetta libica ha sparato.

Il peschereccio Aliseo sta navigando adesso alla velocità di circa 9-10 nodi all’ora e il rientro al porto di Mazara del Vallo è previsto per l’alba di domani. Una crisi, una guerra, quella della pesca, che va avanti da decenni e che dalle istituzioni viene forse affrontata soltanto a intermittenza. Fa specie, ad esempio, che durante la recente visita in Libia dei massimi esponenti del governo italiano poco o nulla sia stato detto su tale argomento quando, da pochi mesi, erano stato rilasciati i 18 pescatori sequestrati dal governo di Haftar e tenuti segregati per ben 108 giorni.